Dal 30 marzo sono disponibili su Raiplay tutte le puntate di Le Cronache di Nannaria trasmesse in tv dal canale Rai Gulp e che parla ai giovani della dislessia, disturbo specifico dell’apprendimento poco conosciuto ma che riguarda molte persone
Le Cronache di Nannaria è una serie per ragazzi, che ha alla base della propria trama un tema molto specifico, ovvero la dislessia. Lo stesso titolo del programma è un indizio, invero “Nannaria” è il modo in cui la protagonista della storia, l’undicenne Arianna, scrive il suo nome su un’etichetta, durante la sua prima lezione di teatro (per chi non lo sapesse la dislessia si concretizza, tra le altre cose, in una minore velocità e correttezza nella lettura e nella scrittura).
Arianna, a causa del fatto che non riesce a leggere o a scrivere con la stessa disinvoltura e facilità degli altri incontra molte problematicità, accademiche e no, durante i suoi anni alle scuole elementari, che lei stessa definisce come il proprio luogo “s-preferito al mondo”. È proprio qui che incontra le sue “acerrime nemiche” Victoria e Micaela.
La dislessia di Arianna non è mai stata diagnosticata, quindi, le sue difficoltà vengono, da lei per prima, collegate ad altro, come la distrazione. La vicenda che nel corso delle puntate ci viene raccontata parte dal suo primo giorno di scuola media. Questo nuovo percorso scolastico che si appresta a cominciare è, nella sua mente, un punto di svolta, l’inizio di una vita per un’Arianna ormai cresciuta, che ha lasciato i problemi delle scuole elementari, lì dove li ha vissuti, nel passato, insieme a quelle due bambine che erano solite tormentarla e da cui ora è finalmente lontana. È oramai alle medie: non si farà distrarre e in più frequenterà la stessa classe dalla sua migliore amica, Gaia. Le sue grandi speranze sembrano però infrangersi presto. Infatti, le difficoltà di lettura si ripresentano e Arianna dice male il nome del professore di inglese di fronte a tutta la classe. Come se non bastasse, durante la lezione di prova di teatro, alla quale ha partecipato per accontentare Gaia, si ritrova davanti proprio Victoria e Micaela.
Nel corso di questa prima esperienza di teatro, la nostra protagonista, oltre a rincontrare le sue nemiche, affronta e supera con creatività e intelligenza dei piccoli ostacoli, come quello del nome, tipici delle persone con dislessia. È proprio il corso teatrale a farsi “quella porta verso una nuova vita”, che lei immaginava essere le scuole medie. Il teatro diventa per Arianna un posto sicuro dove sentirsi apprezzata, sperimentarsi, crescere e capire sé stessa. È, infatti, grazie a tale luogo che la nostra protagonista scopre la sua dislessia, riuscendo così a comprendere una importante parte di sé.
Credere, però, che questa serie TV parli semplicemente di dislessia è un errore. Di fatto questa serie, realizzata con il patrocinio e la collaborazione dell’Associazione Italiana Dislessia, fa molto di più: tratta la tematica della dislessia non esagerandone il racconto. Mostra questo disturbo specifico dell’apprendimento per quello che è: una caratteristica della persona, una modalità diversa di funzionamento del cervello, e non un deficit intellettivo.
Matteo Gentiloni, regista della serie, ha tenuto a precisare che scopo della stessa, andando a raccontare aspetti ed episodi della vita di Arianna e dei suoi amici e compagni di scuola, tipici dell’esistenza di qualsiasi ragazzo o ragazza della loro età, è quello di raccontare la dislessia nella sua dimensione quotidiana, nel suo essere parte della normalità, senza fronzoli o esagerazioni. Scelta che ha guidato anche l’impostazione della regia e lo stile recitativo dei giovani attori. Ha, inoltre, aggiunto che questo programma non è solo educativo ma anche divertente, insegna e intrattiene allo stesso tempo. Mostra i suoi giovani personaggi per i ragazzi che sono.
Molto apprezzata dai propri spettatori e dagli esperti dei DSA, è stata trasmessa anche in alcune scuole, proprio per la sua capacità di educare divertendo.
(Elisa Marino)