Una realtà nata nel 1994, che permette alle persone con disabilità visiva di essere spettatori dell’arte
Abbiamo assistito ad una delle visite tattili organizzate dall’associazione Museum, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna.
Attraverso questo tipo di visite che organizza nei musei, permette alle persone cieche e ipovedenti di sentire, sperimentare, vedere l’arte e di goderne, attraverso il tatto. Se le opere mostrate sono delle sculture, l’associazione chiederà il permesso di poterle toccare, magari con dei guanti. Se invece si tratta di quadri, l’associazione realizzerà delle riproduzioni, che la persona potrà percorrere con le dita, mentre viene spiegato l’originale nei dettagli e nel significato.
Nel corso di queste visite ogni persona cieca o ipovedente sarà accompagnata da una volontario di Museum, che le descriverà l’opera e l’assisterà nella sua esperienza, nel modo più adatto alle sue esigenze. Gli organizzatori prima di ogni visita chiedono alle persone che partecipano di che tipo di aiuto e di supporto necessitano. Noi stessi, quando abbiamo preso parte a quella avvenuta alla Galleria Nazionale, abbiamo potuto vedere come i volontari seguissero la persona che gli era stata abbinata, assecondando il più possibile i suoi desideri e adattando la spiegazione o l’assistenza ai suoi bisogni concreti.
“Quando possiamo cerchiamo sempre il contatto con l’artista, si istaura un dialogo tra lui e coloro che hanno toccato le sue opere. Devo dire che gli artisti sono sempre molto interessati, perché serve anche a loro, per comprendere come il loro lavoro venga percepito tramite il tatto. ‘Guardare’ attraverso questo senso ci aiuta a scoprire qualcosa di diverso rispetto a quello di cui ci convince la vista. Quest’ultima, invero, qualche volta ci inganna”, ci dice l’architetta Poscolieri, attuale presidentessa di Museum. “Gli autori delle opere, infatti, sono frequentemente molto disponibili, Sandro Tomassini ha portato lui stesso gli utenti dell’associazione a vedere le sue opere, realizzate appositamente per le persone cieche, mentre lo sculture Jago ha permesso loro di toccare tutti i suoi lavori . Questa disponibilità è più rara, invece, nei musei, nonostante la normativa sia cambiata e nonostante una volta avuto l’ok dalla direzione del museo è l’associazione che si occupa di fare tutto. Ci sono stati però dei musei estremamente disponibili. Per esempio, il palazzo Braschi in occasione dell’esposizione temporanea dei quadri di Klimt, ha concesso loro di accedervi un’ora prima dell’apertura al pubblico, in modo tale che potessero toccare le opere tranquillamente”.
Museum nasce da una idea della Signora Simili che, resasi conto che le persone con disabilità visiva non avessero accesso all’arte esposta nei musei (complice anche la normativa dell’epoca), decide di fare qualcosa per cambiare le cose e far sì che l’esigenza delle persone con compromissioni visive di toccare l’arte per esserne spettatori venga rispettata e assecondata. Le prime visite e attività gestite dall’organizzazione si sono tenute nei Musei Capitolini. Da allora l’utenza delle iniziative dell’associazione è ampliata, così come queste sono aumentate e diversificate. L’associazione, infatti organizza dei laboratori, che hanno l’obiettivo di far elaborare alle persone con disabilità visiva l’immagine mentale che si erano formati delle opere che avevano toccato durante la visita tattile. Inizialmente il materiale che i partecipanti utilizzavano per le loro opere era l’argilla, ma col tempo anche i laboratori si sono evoluti e con loro i materiali utilizzati.
Oltre i laboratori l’associazione dà vita, grazie alla collaborazione dell’attore e regista Mimmo Valente, a degli spettacoli teatrali. Degli spettacoli che affrontano temi specifici e che sono recitati da persone con disabilità visiva e non, in cui gli spettatori sono accompagnati da essi e assistono bendati.
Inoltre collaborano con le scuole: “Vogliamo mostrare cos’è l’arte con gli altri sensi diversi dalla vista. Spesso utilizzare esclusivamente gli altri sensi ci fa notare delle cose dell’opera d’arte che ci è stata descritta che altrimenti, utilizzando principalmente la vista, non avremmo notato. Ci rendiamo conto che non potremmo mai far capire veramente cosa vuol dire vivere con una disabilità visiva a chi non la ha, ma vorremmo comunque sensibilizzare su cosa si prova, sulle difficoltà che si incontrano”, continua l’architetta.
La didattica è una questione molto importante per questa associazione, che con un proprio progetto di formazione spiega a insegnanti e componenti dei dipartimenti di didattica dei musei, come insegnare il disegno, l’arte alle persone con disabilità visiva.
Museum ha portato l’arte alle persone non vedenti anche durante la pandemia. Venivano organizzati infatti degli incontri social, in cui veniva affrontato un tema determinato. In questo modo hanno aiutato le persone che più di altre soffrivano il lockdown a socializzare e alleviare il disagio di non poter uscire di casa.
Tra i molti progetti che Museum ha in cantiere vi è la realizzazione di una riproduzione tattile della Galatea di Villa Farnesina, la cui realizzazione dipende però dall’accettazione della richiesta di finanziamento. Stiamo parlando infatti di una associazione di volontariato, i cui progetti hanno bisogno di finanziamento pubblico.
(Elisa Marino)