“Milano, disabile tredicenne presa a sassate: identificati gli aggressori, sono tutti minorenni“. Così titola Repubblica.it all’incirca qualche giorno dopo il fatto accaduto alla periferia del capoluogo lombardo. Sgomento, fastidio, incredulità e umiliazione sono solo alcune delle emozioni provate nella lettura di quell’articolo. A mente fredda, bisogna fare alcune considerazioni – e non fermarci semplicemente a dire “Ma nel 2015 ancora ‘ste cose succedono?”. Siamo onesti, fino alla fine.
Mettere in piedi un progetto come FinestrAperta richiede una grossa consapevolezza: se parli di disabilità, stai certo che molti non sé ne interesseranno, ma sta a te cambiare questa tendenza. E’ lo spirito che accomuna i redattori di questa realtà, che ogni giorno lottano a colpi di voce, di penna, di pensiero, di risate, di informazione contro le diverse e troppe ingiustizie sociali, giudiziarie, umane. E ci si adopera convinti del cambiamento, certi di un’integrazione futura realizzabile.
Dall’altra parte però sassi, calci, pugni, violenze. Per quale motivo? Semplice: io normodotato sono migliore di te; tu persona con disabilità sei inferiore. Ora, in cosa consiste questo desiderio di superiorità? Da cosa deriva? O almeno, se vuoi essere superiore, spiegami su che basi si poggia la tua idea. Non usare sassi, usa l’intelligenza per esporre la tua teoria.
La verità è che esistono persone che sono veramente cattive, che hanno il coraggio di affermare una loro superiorità, dettata dal fatto di poter camminare su due gambe, di non avere problemi psichici, o semplicemente di essere migliori perché “io posso e tu no“. È sgradevole constatarlo – la storia insegna prima dell’esperienza – ma manca umanità e umiltà nei confronti del prossimo. E purtroppo sono queste persone a rovinare il mondo – e il principio su cui si basano progetti come FinestrAperta. La diversità sì, esiste. È un fatto. Ma questo non vuol dire essere superiore a qualcuno. Significa solo essere diverso.
Queste parole sono rivolte a chi mostra la propria superiorità con calci, pugni e sassi. Le vostre bravate, le vostre azioni, la vostra ignoranza non potranno fermare il desiderio di cambiare le cose, di contrastare l’ingiustizia attraverso la voce, le penne, il pensiero, le risate, l’informazione.