Al contrario di quanto afferma l’industria del tabacco, le evidenze scientifiche non lasciano dubbi: i prodotti a tabacco riscaldato sono dannosi, danno dipendenza e si rivelano totalmente inutili come strategia per abbandonare le sigarette tradizionali. Il nostro approfondimento in collaborazione con l’Istituto Mario Negri
Philip Morris Italia (divisione di Philip Morris International, una delle più grandi compagnie attive nel campo del tabacco al mondo), annuncia trionfalmente di aver contribuito a far smettere di fumare 2 milioni di italiani. Lo fa attraverso un comunicato stampa divulgato ai media e che anche noi abbiamo ricevuto.
Abbiamo voluto verificare le informazioni dichiarate da Philip Morris e per farlo ci siamo rivolti all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Centro di ricerca farmacologica senza scopo di lucro, fondato a Milano nel 1961, che si dedica allo studio di nuove terapie per migliorare la salute pubblica, con particolare attenzione a malattie rare, oncologia, nefrologia, neuroscienze e tossicologia.
All’interno dell’Istituto Mario Negri, nel Dipartimento di Epidemiologia medica, lavora il dottor Silvano Gallus, che si occupa in particolare del controllo del tabagismo. Con lui abbiamo intrattenuto una lunga conversazione sui dispositivi a tabacco riscaldato e sulle modalità di marketing dell’industria del tabacco. Ciò che è emerso è di estremo interesse, anche perché si tratta di informazioni che solitamente si preferisce non rendere pubbliche. Il risultato è un’inchiesta composta da due articoli: quello che state leggendo è il primo ed è incentrato sul fenomeno delle Iqos; ne seguirà un secondo riguardante le strategie di marketing di Philip Morris.
Ecco, dunque, le evidenze scientifiche in nostro possesso sui prodotti a tabacco riscaldato.
Cosa sono le Iqos
Le Iqos sono state i primi prodotti a tabacco riscaldato commercializzati a partire dal 2014 e risultano tutt’ora fra i più diffusi. Si tratta di dispositivi alternativi alle sigarette tradizionali, in cui il tabacco non viene più acceso con la fiamma di un accendino, ma riscaldato elettricamente.
All’interno delle Iqos avviene la combustione? Quello che emettono si può definire fumo?
Nelle sigarette tradizionali il tabacco brucia a circa 800-900 gradi, mentre nelle Iqos si scende a una temperatura di 350 gradi. Per questo motivo i produttori di questi dispositivi li commercializzano affermando che la combustione non avviene, ma 350 gradi sono comunque una temperatura elevatissima. Per dare l’idea: se cuocessimo un pollo nel forno a 350 gradi, lo bruceremmo riducendolo in carbone.
Come per le sigarette tradizionali, anche per le Iqos possiamo parlare di fumo di tabacco che viene immesso nei polmoni, anche se a una temperatura più bassa.
Cosa c’è dentro le Iqos
Nelle sigarette a tabacco riscaldato non solo troviamo le stesse sostanze presenti in quelle tradizionali (come la formaldeide, la acetaldeide, le aldeidi che sono composti organici cancerogeni), ma anche altre sostanze non presenti nelle sigarette tradizionali, necessarie a far funzionare questi prodotti e generare il fumo. Si tratta di sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene, che non sono presenti nelle sigarette tradizionali, di cui ancora si sa pochissimo perché non erano mai state inalate nei polmoni delle persone prima d’ora, quindi non c’era stato bisogno di studiare i loro effetti sul corpo umano.
Per approfondire: IQOS: examination of Philip Morris International’s claim of reduced exposure (Gideon St Helen, Peyton Jacob III, Natalie Nardone, Neal L. Benowitz)
Le Iqos contengono nicotina?
Le Iqos contengono praticamente lo stesso quantitativo di nicotina delle sigarette tradizionali.
Il fenomeno dei dual users
I dual users (consumatori duali) sono soggetti che fumano contemporaneamente sigarette tradizionali e sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato e rappresentano la maggioranza di coloro che fumano nuovi prodotti, basti pensare che fino all’80% dei consumatori di sigarette elettroniche in Italia è anche consumatore di sigarette tradizionali. Un dato impressionante che conferma come l’utilizzo di Iqos come strategia per l’abbandono delle sigarette tradizionali sia decisamente fallimentare.
A quali patologie espongono le sigarette a tabacco riscaldato?
Le sigarette elettroniche, sbandierate dai produttori come più sicure del 95% rispetto alle sigarette tradizionali, in realtà mostrano gli stessi rischi per malattie cardiovascolari, ictus o per disfunzioni metaboliche e risultano soltanto leggermente meno dannose delle sigarette tradizionali per asma, BPCO e malattie del cavo orale. Per le Iqos ci sono meno informazioni, ma sono gli stessi produttori ad ammettere un rischio superiore rispetto alle sigarette elettroniche.
Per approfondire: Population-Based Disease Odds for E-Cigarettes and Dual Use versus Cigarettes (Stanton A. Glantz, Nhung Nguyen, Andre Luiz Oliveira da Silva)
Non si hanno invece dati sufficienti per quanto concerne il cancro poiché le Iqos sono diffuse da troppo poco tempo per poter studiare i loro effetti visto che è necessario un periodo di latenza di alcuni decenni prima che possano palesarsi i tumori. Iniziano però a emergere dati che lasciano pochi dubbi, come quelli dello studio caso-controllo condotto negli Stati Uniti: se un consumatore di sigaretta tradizionale ha un rischio di contrarre un tumore del polmone 14 volte superiore a un non fumatore, i consumatori duali di sigarette elettroniche e tradizionali hanno un rischio superiore di 59 volte.
Per approfondire: Vaping, Smoking and Lung Cancer Risk (M.A. Bittoni, D.P. Carbone, R.E. Harris)
In altre parole, chi consuma contemporaneamente sigarette elettroniche e tradizionali corre quattro volte il rischio di tumore del polmone di chi non fuma.
Per approfondire: Cigarette Smoking and E-cigarette Use Induce Shared DNA Methylation Changes Linked to Carcinogenesis (Chiara Herzog, Allison Jones, Iona Evans, Janhavi R Raut, Michal Zikan, David Cibula, Andrew Wong, Hermann Brenner, Rebecca C. Richmond, Martin Widschwendter)
Le Iqos sono utili per combattere la dipendenza da fumo?
Le sigarette a tabacco riscaldato non sono soltanto inutili per combattere il tabagismo. Peggio: sono un disastro.
Studi indipendenti in Italia e all’estero evidenziano come il numero di fumatori non sia affatto calato a seguito dell’introduzione delle Iqos. Al contrario di quanto l’industria del tabacco afferma, chi utilizza questi dispositivi non solo non abbandona le sigarette tradizionali, ma è addirittura maggiormente predisposto a riprenderle se aveva smesso. Altresì, chi non ha mai fumato in vita sua e inizia a usare i prodotti a tabacco riscaldato ha sei volte il rischio di iniziare a fumare sigarette tradizionali.
Per approfondire: Impact of electronic cigarette and heated tobacco product on conventional smoking: an Italian prospective cohort study conducted during the COVID-19 pandemic (Silvano Gallus, Chiara Stival, Martin McKee, Giulia Carreras, Giuseppe Gorini, Anna Odone, Piet A. van den Brandt, Roberta Pacifici, Alessandra Lugo)
Per loro stessa natura, essendo prodotti che possono essere consumati con facilità perché aggirano leggi e divieti, i prodotti a tabacco riscaldato sono di fatto un disincentivo a smettere.
Per la cronaca, per chi vuole smettere sul serio di fumare esistono già trattamenti più efficaci e che arrecano meno danni, come i cerotti alla nicotina, la psicoterapia e soprattutto la citisina, un farmaco che sta dando ottimi risultati, prescrivibile dal medico di base o dai Centri antifumo.
(Manuel Tartaglia)