Nel 2020–2021 solo il 3,5% dei personaggi rappresentati stabilmente nelle serie TV avevano una disabilità. Lo dice Glaad, l’organizzazione che si occupa dell’adeguata rappresentazione mediatica delle persone LGBTQ+ più grande al mondo
Le persone con disabilità sono ampiamente sottorappresentate nell’audiovisivo, ed è per questo che il personaggio di Isaac della serie britannica Sex Education ha attirato la nostra attenzione. Oltre ad essere uno dei protagonisti della serie, Isaac è un personaggio tridimensionale, la cui rappresentazione può servire da modello per chi tenta di rendere il cast più inclusivo. Vediamo dunque gli otto motivi per cui riteniamo la rappresentazione della disabilità nella serie Sex Education ben riuscita.
1. Il personaggio con disabilità è interpretato da un attore con disabilità.
Isaac è stato interpretato dall’attore inglese George Robinson, che usa la sedia a ruote nella vita di tutti i giorni. A diciassette anni è diventato tetraplegico per via di una lesione alla spina dorsale, che l’attore ha subito durante una partita di rugby. Sappiamo che l’occupazione delle persone con disabilità è un tema importante, troviamo pertanto giusto assegnare il ruolo di una persona disabile a chi vive le stesse esperienze quotidianamente.
2. Isaac ha un carattere complesso.
Uno dei cliché della rappresentazione delle persone con disabilità è che siano dei santi e che non facciano mai del male a nessuno. Questa idea nasce dall’infantilizzazione delle persone con disabilità: vengono viste come bambini, puri e in un certo senso anche ignoranti.
Isaac non è così: è un personaggio controverso, che divide gli spettatori della serie. Lo stesso attore commenta che gli piace interpretare il ruolo di Isaac perché lui ha un carattere tridimensionale, con i suoi pregi e difetti. L’attore sostiene che le persone nella comunità dei disabili vogliono semplicemente avere la possibilità di essere rappresentate con tutte le loro caratteristiche, incluse le imperfezioni, cosa che Isaac effettivamente fa.
3. Isaac è una persona, non un’idea della disabilità.
Isaac è un personaggio scritto con cura. Non è un personaggio disabile aggiunto formalmente per rendere la serie “più inclusiva”. La sua disabilità è una caratteristica fra tante. È intelligente, ha un ottimo senso dell’umorismo tendente al sarcasmo, è un po’ egoista, ma anche premuroso con le persone a cui vuole bene e sì, ha pure una disabilità. Ha un ruolo importante se non cruciale in più colpi di scena: basta menzionare il messaggio in cui Otis confessa il suo amore a Maeve, che Isaac cancella alla fine della seconda stagione.
4. Isaac non viene visto come un eroe che ispira, né come uno sfigato che impietosisce.
Ci sono due estremi nella rappresentazione dei personaggi con disabilità: o sono lì per ispirare qualcuno, o servono per suscitare pietà. Il problema sta nel fatto che spesso si tratta di una sceneggiatura “pigra”, in cui i personaggi disabili vengono visti con gli occhi delle persone senza disabilità, che ci mettono le loro idee e anche le loro paure. Gli sceneggiatori della serie Sex Education hanno fatto molte ricerche, hanno collaborato con delle ONG che si occupano di disabilità e hanno pure incluso George Robinson nel processo creativo, usando le sue esperienze come punto di partenza per scrivere la storia di Isaac. Insomma, hanno provato a raccontare la disabilità con le parole di chi ne sa di più.
5. Gli spettatori riescono a vedere dei piccoli dettagli della vita di una persona con disabilità, degli ostacoli di cui non ci si rende conto nella vita di tutti i giorni.
Nella seconda stagione della serie Isaac si presenta alla festa organizzata da Otis a casa sua e incontra subito un problema: ci sono gradini che difficilmente può salire in carrozzina. L’attore ha sostenuto di aver riscontrato questa difficoltà molte volte nella vita di tutti i giorni, così come tante altre persone con disabilità. Può sembrare una cosa sciocca, ma sono piccoli dettagli che fanno la differenza: più persone inizieranno a notare le barriere che, appunto, ostacolano le persone con diverse malattie, più veloce cambierà la realtà circostante.
6. Isaac è una persona con la sua dignità e un forte senso di autostima.
Un’altra caratteristica che è praticamente assente nella rappresentazione delle persone con disabilità nell’audiovisivo è la sicurezza di sé. Ecco perché l’immagine di Isaac è così innovativa. Otis e Isaac che lottano per il cuore di Maeve sono rappresentati come pari, almeno dal suo punto di vista.
Alla fine, quando Isaac si rende conto di quanto Maeve sia confusa, le dice di aver bisogno di qualcuno che ci tenga a lui e che sia sicuro dei suoi sentimenti, quindi interrompe la loro relazione perché secondo lui il modo in cui Maeve lo trattava non gli faceva bene. Non è una persona con disabilità che è per sempre legata a chi le vuole del bene, ma una persona che decide per sé come vuole essere trattata e con chi avere a che fare.
7. Isaac è autonomo, nonostante abbia bisogno di assistenza: decide per sé, fa le sue scelte di vita e aiuta pure gli altri.
Un’altra idea sulla disabilità profondamente radicata nell’immaginario collettivo è che alle persone disabili manchi l’autonomia, che siano loro ad essere aiutati e mai il contrario. In questo caso Isaac, pur essendo fisicamente limitato a causa della sua condizione, dimostra autonomia e la capacità di aiutare gli altri: un esempio lampante di ciò è il ruolo che Isaac gioca nella riunione di Maeve con sua madre.
8. Isaac ha una sessualità e non si vergogna di esplorarla e di parlarne.
L’argomento che non poteva mancare in una serie TV con un titolo accattivante come Sex Education (“Educazione Sessuale“) è la rappresentazione della sessualità di una persona in carrozzina. Spesso questo aspetto della vita delle persone con disabilità viene tralasciato, come se non esistesse. In questo caso i creatori della serie mettono a punto una scena toccante e commovente, in cui Isaac e Maeve hanno un istante di intimità, mostrando come può avvenire una conversazione sincera e trasparente in una coppia mista nell’approccio reciproco. Si scopre che è una conversazione come tante altre: un po’ scomoda, ma anche molto sexy.
Insomma, i creatori della serie riescono a costruire un solido personaggio con motivazioni chiare, azioni coerenti, un carattere forte e memorabile. Non ci resta che augurarci che non ci sia più bisogno di scriverne come se fosse una cosa fuori dal comune quando si tratta della rappresentazione della disabilità in TV.
(Iuliia Kislova)