Dalle assolate spiagge italiche all’infuocato asfalto degli autogrill, la disabilità non trova ristoro neanche in quest’estate di pandemia, dove lo svago è un diritto per tutti più che mai
Episodi di ordinaria discriminazione oscurano anche il limpido cielo di questo periodo di vacanze.
Accade, ad esempio, che il 18 giugno, sull’arenile massese, una mamma e suo figlio tredicenne, reduce da un intervento effettuato all’ospedale Gaslini di Genova ed in attesa di un’altra operazione, chiedano a due bagnanti di rispettare il distanziamento sociale previsto per ostacolare il diffondersi dei contagi da COVID-19 e si sentano rispondere: “Il COVID non esiste e se tuo figlio sta male tienilo chiuso in casa”. La donna ha dovuto lasciare la spiaggia, nonostante sia stata difesa da numerosi bagnanti. “Mio figlio, che è molto fragile – racconta - ha paura di ritornare al mare e quindi in questi giorni siamo restati nel nostro residence completamente isolati. Stiamo bene, e ringrazio le tante dimostrazioni di solidarietà che ci sono pervenute”.
Il sindaco di Massa, Francesco Persiani, ha espresso il suo rammarico per l’accaduto, offrendo alla donna appoggio e aiuto, qualora avesse bisogno di sostegno nei giorni che trascorrerà ancora sul litorale.
Un altro spiacevole evento ha toccato un gruppo di ragazzi autistici che erano di ritorno da un periodo di vacanze trascorso in Molise con gli educatori della cooperativa sociale milanese Fabula Onlus. La denuncia è stata postata su un social network da Mario Ciummei, padre di un ragazzo autistico e componente del consiglio direttivo di Gaudio Onlus e Uniti per l’Autismo. “Il gruppo, che si era sistemato negli appositi tavolini all’aperto, è stato cacciato – ha scritto Ciummei –. A nulla sono serviti i tentativi degli educatori di convincere il gestore, anche proponendo di acquistare dei prodotti del suo bar. Vi chiedo, se passate in zona, di evitare quell’autogrill”.
I ragazzi erano accompagnati da diversi educatori e si erano fermati nell’apposita area adibita al picnic, ma “uno dei responsabili del distributore di benzina ci si è rivolto in malo modo, sostenendo che quei tavoli fossero riservati solo ai clienti che pagavano una consumazione – racconta Emiliano Strada, educatore de La Fabula che era con il gruppo –. Allora gli ho detto che sarei entrato nel minimarket per comprare qualcosa per ciascuno dei componenti della comitiva, ma lui ha replicato che era impossibile che consumassimo tutti. Gli ho ribadito che avrei fatto tutti gli acquisti necessari per poterci fermare una ventina di minuti, ma non c’è stato verso. Ha detto che ce ne saremmo dovuti andare comunque”.
Al netto dell’invito di Ciummei ad evitare la sosta in quella specifica aerea di servizio, ciò che sembra necessario è una vera rivoluzione culturale.
(Giuseppe Franchina)