Maria Assunta Toniacci cattura la realtà con lo sguardo e la trasforma in immagini. Letteralmente
Molti sono convinti che le cose abbiano solo un modo per essere fatte. La famosa “one way”. Per fortuna però, l’arte è qualcosa che rifugge dalla meccanicità, dall’ovvietà. E succede anche che, talvolta, i migliori artisti siano capaci di creare qualcosa in modo inaspettato, con strumenti che nemmeno riusciremmo ad immaginarci. Questo è il caso – e la storia – di Maria Assunta Toniacci.
Maria Assunta è una donna umbra di cinquantatré anni, è sposata, ha una figlia e dal 2009 convive con la sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che lentamente atrofizza tutti i muscoli volontari e che l’ha costretta a fermarsi. Per comunicare, utilizza da diversi anni un puntatore oculare, una tecnologia che permette di scrivere su di uno schermo tramite il movimento degli occhi. Grazie ad un gruppo Facebook, dove ha conosciuto l’arte terapeuta con Sma, Elena Wenk, Maria Assunta ha iniziato a “dipingere con gli occhi” tramite l’ausilio del puntatore oculare.
L’esperienza la coinvolge totalmente, come lei stessa racconta a FinestrAperta.it: “L’arte è un mezzo di comunicazione che porta alla luce l’intero nostro essere. È la carta d’identità della nostra anima. Lì c’è tutto di noi: il bello, il buono l’equilibrio, l’instabilità emotiva, l’amore e l’odio. Tutto viene fuori quando lo si traduce su di una tela. Per me, oltre a questo è anche un nuovo elemento della mia nuova vita, mi gratifica e mi fa sentire viva”.
Col tempo, i quadri di Maria Assunta Toniacci iniziano a moltiplicarsi, visibili ed acquistabili sulla sua bacheca Facebook. A Todi fanno anche una mostra per ammirare fisicamente le sue opere.
Il suo stile è riconducibile a quello della Computer Art, un’arte digitale che ha iniziato ad esistere già dagli anni Sessanta e che utilizzava la neonata tecnologia per creare delle espressioni artistiche del tutto nuove. Oggi Toniacci la sfrutta per dipingere i suoi quadri sfruttando le proprie capacità residue. Il tempo impiegato per realizzare un’opera è variabile: “Dipende dai dettagli – ci racconta -. Vado da un minimo di due giorni ad un massimo di quaranta, lavorando dalle sei alle otto ore al giorno. Quando la vista si stanca, devo chiudere e riposare”.
Prima di diventare un’artista, ricevere nel 2009 la diagnosi della Sla non fu semplice: “È stata un colpo dritto al cuore. Dopo i primi giorni nello sgomento e nella non accettazione, nonostante l’evidenza dei fatti, iniziò a nascere una consapevolezza nuova, un nuovo pensiero, quello di accettare la malattia cercando di cogliere il bello che comunque, anche nella sofferenza, c’è. Nei miei momenti di riflessione ho messo a fuoco quella che per me è stata una rivelazione enorme: reinventarsi una nuova vita. E ogni giorno vivo con la mia nuova vita che forse mi allontana un po’ dalla realtà ma mi spinge verso una ritrovata spiritualità”.
Dipingere tramite il puntatore è un’attività complessa e stancante, che esprime una volontà netta e decisa di non arrendersi e che ha dato vita ad un’arte inaspettata e ispiratrice. È ciò che ha permesso a Maria Assunta di svegliarsi ogni mattina, impaziente e felice di creare ogni giorno qualcosa di nuovo. D’altronde, come lei stessa ci dice: “Quando hai una malattia fortemente invalidante le possibilità di scelta non è che siano tante: o cadi in depressione chiudendoti nel tuo dolore e nella tua sofferenza o raggiri l’ostacolo guardando la malattia da una altra angolazione. Non avendo nessuna intenzione di morire depressa, scelsi la seconda opzione. È qui che la malattia diventa una compagna di viaggio, una amica di avventura e sventura, una maestra di vita”.
Cosa vorrebbe trasmettere con i suoi quadri e a cosa s’ispira quando dipinge? La risposta di Maria Assunta spinge alla riflessione: “Vorrei trasmettere la bellezza che ci circonda e che spesso ci sfugge a causa della frenesia di oggigiorno. Tutto va, tutto corre e non ci si sofferma ad osservare un tramonto, un fiore, una piccola goccia di rugiada che imbianca un tenero buongiorno. Mi ispiro quasi sempre alla natura che non posso ammirare direttamente ma solo virtualmente. Una foto può essere una valida ispirazione”.
Che dire di questo successo che sta iniziando ad arrivare? “Non mi aspettavo tutto questo – ammette Toniacci -. Così come non mi aspettavo che sarei stata capace di dipingere con gli occhi. Lo vivo con tranquillità e con ancora un po’ d’incredulità”.
Sono tante le persone con malattie altamente invalidanti in condizioni simili alla sua. Per loro, l’artista ha un messaggio: “A tutte queste persone consiglierei di entrare in questo mondo fatto di linee e colori, perché l’arte in qualsiasi sua forma è un toccasana per la mente e per il cuore”.
Le opere dell’artista sono visibili su Facebook alla sua pagina personale. Sono acquistabili scrivendo un messaggio direttamente all’artista. Maria Assunta Toniacci, da sempre attenta alle cause umanitarie, devolverà il ricavato delle sue ultime vendite alla popolazione ucraina.
(Angelica Giordano)