Può una persona sorda cantare? Certo, e ha anche qualcosa da dire. Brazzo, nome d’arte di Francesco Brizio, è un ragazzo di trent’anni di Taranto, trapiantato a Milano. Di giorno, lavora come impiegato per una società di assicurazioni, ma nel tempo libero si dedica alla musica, in particolare al rap, grazie al quale scarica i suoi pensieri, e sottolinea una realtà amara: l’Italia è un paese che discrimina. Da questo obiettivo, nel dicembre 2016, l’artista ha rilasciato su YouTube Sono sordo mica scemo, un pezzo che denuncia la condizione di marginalità sociale in cui sono condannate le persone con disabilità uditiva nel Bel paese. Particolarità: nel video, il rapper canta utilizzando anche la Lingua dei Segni.
Benvenuto su FinestrAperta.it. Come mai hai scelto Brazzo come nome d’arte?
«È il mio soprannome da qualche anno, sembrerà strano perché è il soprannome di un sordo dato da sordi, ma non ha un vero significato, deriva da una assonanza in parte col mio cognome e in parte con un noto sito per adulti: tra ragazzi i soprannomi spesso nascono da una battuta».
Com’è nata l’idea di Sono sordo mica scemo?
«Circa un anno fa è nata l’idea di scrivere un brano. Diventare rapper era un mio sogno fin da piccolo, allo stesso tempo non credevo potesse trasformarsi in realtà a causa della mia sordità. Ma grazie a una mia carissima amica che mi ha incoraggiato e all’esempio di sordi stranieri che mi hanno preceduto, ho infranto questa barriera psicologica e ho scritto il pezzo. Se ce l’hanno fatta i rapper sordi stranieri, posso farcela anch’io».
Domanda tecnica: come fa una persona non udente a cantare?
«Intanto non udente è una definizione scorretta, molto meglio sordo. Ci vogliono anni di logopedia, ore e ore di esercizi vocali e esercizi per utilizzare il diaframma, occorre imparare a memoria il ritmo utilizzando un metronomo e riconoscere il suono attraverso le vibrazioni».
Grazie a questo brano, denunci un’inclusione sociale quanto mai assente per le persone sorde in Italia. A tuo avviso, è un problema puramente culturale o c’è dell’altro?
«È un problema sia sociale che culturale. Si parla principalmente del mancato riconoscimento della LIS, questa storia è assurda e va avanti da anni, nonostante l’Europa abbia richiamato più volte l’Italia che, assieme al Lussemburgo, è uno dei paesi nell’Unione a non aver riconosciuto la lingua. In questo modo la società ci esclude, sia nelle scuole dove il bilinguismo resta un sogno, che nell’ambiente sportivo o lavorativo. Questi limiti tolgono a molti sordi la possibilità di affermarsi soprattutto nella carriera professionale».
Appunto, la LIS non è riconosciuta dalla legge, questa cosa è da fuorilegge e crea gravi problemi per la qualità della vita indipendente di una persona …
«Per noi senza la LIS è come se il mondo fosse interamente sordo, senza comunicazione e ci porta all’isolamento sociale e culturale».
Quando parlo di vita indipendente, penso alle cose più semplici: ascoltare la tv o il cinema, ordinare ad un fast food e cose così. Visto che la LIS ancora non è riconosciuta, come fa una persona non udente a compiere queste azioni?
«Ascoltare la tv o il cinema sono cose a noi precluse, a meno che non ci siano sottotitoli, questa mancanza di accessibilità ci rende meno acculturati e ci priva di informazioni. Per ordinare ad un fast food o cose del genere noi possiamo comunicare con la voce essendo abituati a un mondo udente, troviamo di volta in volta la strategia più corretta per farci capire».
In fondo siamo tutti esseri umani. Vorrei mettere in risalto questa frase tratta dal tuo brano, in quanto ce ne dimentichiamo visto che attorno alle persone con disabilità si creano stereotipi e/o categorie…
«La sordità è invisibile, ma noi non vogliamo esserlo, in fondo siamo persone come tutti, la mancanza dell’udito non deve impedirci di comunicare, o di fare tutto quello che fanno gli altri, ma l’esclusione ci ha portato sempre all’isolamento».
Come mai la scelta del genere rap? C’è un artista di questo mondo a cui ti ispiri?
«Ho scelto il rap perché mi rappresenta, ed è uno dei generi musicali che consente di affrontare qualsiasi tema. Fabri Fibra è il mio rapper preferito, qualche anno fa aveva anche supportato la LIS, per me è un esempio, sarei onorato se potessi conoscerlo di persona».
Mentre le parole scorrono, vedo che il tuo singolo su Youtube ha raccolto più di 13 mila visualizzazioni. Ti aspettavi questa condivisione?
«Sinceramente non me l’aspettavo, ma, se c’è tutto questo interesse, spero di arrivare ancora più in alto, così da far conoscere la sordità al maggior numero di utenti. Assieme si può abbattere ogni barriera è arrivare all’inclusione».
Pensi di continuare a scrivere e cantare pezzi in futuro?
«Certo, progetto di fare un album interamente cantato e segnato. Voglio regalare emozioni ai sordi e dare più visibilità alle nostra lingua attraverso le mie mani».
Articolo di Angelo Andrea Vegliante