Come rivendicarlo? Se ne è parlato al secondo incontro del ciclo “Coscientizzazione ai diritti umani delle persone con disabilità”, inserito nel progetto finanziato dal’8xmille della Tavola Valdese “Inclusione e partecipazione delle persone con disabilità neuromuscolare”, che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di 130 persone con disabilità neuromuscolare e delle loro famiglie, attraverso interventi di auto mutuo aiuto, come questi incontri online, attraverso l’apprendimento non formale anche con attività extra-domiciliari, consulenza alla pari, assistenza e orientamento sociale.
Si è svolto il 12 novembre 2021 il secondo degli incontri del ciclo “Coscientizzazione ai diritti umani delle persone con disabilità” organizzato daUILDM LAZIO insieme a Fish e il contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Due i temi trattati: empowerment e mobilità. Maura Peppoloni (psicologa e responsabile dello sportello “Qualità della vita”) e Michele Adamo (Consigliere nazionale della UILDM e responsabile dello sportello “Mobilità” della Sezione Laziale della UILDM), si sono avvicendati ai microfoni sottolineando quanto, per la qualità della vita delle persone con disabilità, sia importante dare loro potere inserendole nei contesti e nei ruoli sociali della vita di tutti, trasformandole in soggetti attivi e capaci di esprimere l’individualità, di potenziare risorse, acquisirne di nuove, metterle in comune ed affrontare quel cambiamento cognitivo necessario per la diminuzione della dipendenza.
Portare la propria esperienza nei gruppi di auto mutuo aiuto, ad esempio, secondo Maura Peppoloni, “permette di accettare la disabilità e quello scambio di idee che consente la ristrutturazione del pensiero e l’acquisizione della fiducia in sé, di comprendere il ruolo cruciale dell’autodeterminazione, d’aumentare la percezione della propria autonomia”. Ma tutto ciò deve avvenire “in un mondo esterno che muta lo sguardo sulla disabilità facendosi più inclusivo ed accessibile”. Dal punto di vista di Michele Adamo, il quale mostra il video di Iacopo Melio “Canto anch’io, no tu no” – realizzato nel 2015 per la campagna “Vorrei prendere il treno” – che con ironia sintetizza in musica la difficoltà di vivere una vita paritaria in città piene di barriere architettoniche.
È una premessa per parlare dell’Agenda 2030, che fra i suoi diciassette obiettivi ha quello di “rendere le città inclusive, sicure, sostenibili e durature” migliorando l’accessibilità di alloggi, edifici, spazi urbani e culturali, trasporti, l’accesso universale agli spazi verdi e pubblici. Ma è anche lo spunto per parlare della realtà italiana attuale, di treni nelle lunghe percorrenze che la persona con disabilità ha bisogno di prenotare con quarantott’ore d’anticipo, di taxi che, come i primi, non sempre sono predisposti per la salita di persone in carrozzina e di personale addetto, di costi per gli adattamenti delle auto che raggiungono anche i 15mila euro, a fronte di rimborsi ridicoli da parte delle Asl, di aerei sui quali viaggiare forzatamente in prima classe per ragioni di spazio fa lievitare il prezzo del biglietto, di carrozzine distrutte durante il trasporto e persone con disabilità costrette a non spostarsi o a non alzarsi dal letto: condizioni che non consentono la libertà di viaggiare come e quando si vorrebbe o di allungare una serata fuori perché si è costretti ad uscire e a rientrare a giorni ed orari programmati. Situazioni scoraggianti – descritte anche da testimonianze dirette e dati Istat – che generano depressione, sfiducia ed una condizione “passivizzante” che, secondo la psicologa Peppoloni, si combattono “scoprendo un senso di sé ed assumendosi le proprie responsabilità di scelta, anche se non sempre è facile, perché ciò è necessario per affrontare un cambiamento”.
Nel corso dell’incontro, al susseguirsi delle testimonianze di persone scoraggiate dalle pubbliche amministrazioni oppure incentivate – come nel caso del Presidente della UILDM di Legnano, Luciano Lo Bianco – a farsi portavoce delle istanze dei cittadini con disabilità del suo e dei Comuni limitrofi, per una rete di trasporti adeguata, il Consigliere nazionale Adamo replica: “Non dobbiamo mai smettere di lottare per cambiare l’approccio alla disabilità. Le cose sono già cambiate grazie alle associazioni come la UILDM. Cambiano lentamente, certo, a macchia di leopardo, anche a causa di leggi sbagliate. Non sempre gli uffici hanno le competenze per affrontare la disabilità nel modo giusto, ma le cose, lo ribadisco, stanno cambiando. Dobbiamo essere più partecipativi, diventare più attivi: noi che abbiamo una disabilità dobbiamo occuparci dei nostri problemi. Nei ruoli apicali ci siamo noi e credo che ciò faccia la differenza. È il momento di non delegare le responsabilità agli altri”. Gli fa eco il Presidente Lo Bianco: “La soluzione è fare rete tra le associazioni”.
Con questa grande forza di volontà e concretezza di idee ed azioni già pianificate, si conclude il secondo incontro dei quattro. Venerdì 26 novembre, Francesca Arcadu (UILDM Sassari) parlerà di donne e pari opportunità. Interverrà Daniele Stavolo, Presidente di Fish Lazio. L’Ultimo incontro, fissato per il 3 dicembre, si svolgerà in concomitanza della Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità, istituita dall’Onu nel 1992 per promuovere l’inclusione e contrastare le forme di discriminazione.
(Giuseppina Brandonisio)