Il Presidente della Repubblica riceve al Quirinale una delegazione della UILDM. Tra loro Stefania Pedroni, che racconta l’emozionante incontro
È un anniversario importante, quello della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare): sessant’anni fa nasceva l’associazione che oggi conta sessantasei Sezioni locali presenti in tutto il territorio nazionale e 10mila soci. Dal 1961 la UILDM si batte per la qualità della vita delle persone con malattie neuromuscolari, con particolare attenzione alla ricerca scientifica, agli aspetti sanitari e all’integrazione sociale delle persone con disabilità.
L’evento speciale meritava un ospite speciale e così il 3 maggio il Presidente Sergio Mattarella ha incontrato alcuni rappresentanti dell’associazione.
È ancora viva l’emozione del momento nel racconto della vicepresidente UILDM Stefania Pedroni, una dei delegati insieme al presidente Marco Rasconi e ai consiglieri Anna Mannara e Enzo Marcheschi: “Sembrava di essere al ricevimento di un re – racconta Pedroni -. Il cerimoniale d’entrata è stato solenne, con i corazzieri che facevano il saluto militare al nostro passaggio. Siamo entrati nei bellissimi interni del Quirinale e ci hanno fatti accomodare in un’elegante sala, dove ci avrebbe raggiunti il presidente”.
Com’è il Presidente Mattarella dal vivo?
“Ha un modo di fare serio, ma non distaccato. È un uomo pacato, molto umano”.
Che tono ha avuto il colloquio?
“Il Presidente guardava negli occhi ogni interlocutore, prestando grande attenzione alle nostre parole. E dopo averci ascoltati, ha risposto riprendendo sia le nostre parole, che temi che non avevamo toccato, ma che lui sapeva fossero a noi cari. Questo significa che era informato su di noi, sapeva chi eravamo e perché eravamo lì; non si è trattato di una semplice formalità”.
Rasconi ha introdotto l’associazione, Pedroni era incaricata di approfondire gli aspetti scientifici, Mannara ha parlato della rivista DM e del Gruppo Donne e Marcheschi ha ripercorso la storia della UILDM. Proprio questo, secondo Pedroni, è stato l’intervento più commovente: “Enzo ha chiuso con la nostra memoria storica e una sorta di passaggio di testimone. Ha raccontato tutte le battaglie fatte nei nostri sessant’anni di storia dai più anziani come lui, e i risultati che possiamo vedere oggi: le tre persone presenti con lui al cospetto del presidente, giovani, laureate e realizzate”.
Eravate emozionati?
“Avevamo tutti il discorso pronto, ma l’emozione di fronte a questa importante istituzione ci ha travolti. Io dovevo fare un breve intervento e invece ho parlato molto di più e di cose che non mi ero preparata. Marco, che è solitamente un grande comunicatore, ha invece accorciato moltissimo la sua parte.
L’emozione che abbiamo vissuto ha rinsaldato lo spirito di gruppo della nostra grande famiglia, non solo tra noi presenti a questo bell’evento, ma anche con tutte quelle persone non presenti al Quirinale, che ci incoraggiavano a distanza e partecipavano col pensiero”.
(Manuel Tartaglia)