In occasione della giornata mondiale della sindrome di Down, che si celebra il 21 marzo di ogni anno, una giovane trentenne con questa patologia, ha firmato un contratto a tempo indeterminato come addetta della Conad City
La Versilia è una splendida zona della nostra penisola, che regala incantevoli paesaggi tra il Mar Tirreno e le Alpi Apuane. Le associazioni di questo territorio non sono nuove ad iniziative sociali e tese all’inclusione, ma questa volta hanno concretizzato “sul campo” il loro impegno.
A Capezzano Pianore, frazione del Comune di Camaiore nel lucense, Jessica Genovesi, trent’anni con sindrome di Down, ha firmato un contratto a tempo indeterminato come addetta alla sistemazione ed organizzazione dei prodotti sugli scaffali presso la filiale locale della Conad City.
Firma che, ad oggi, sarebbe una meta importante per chiunque, ma, avendo come protagonista una persona con disabilità, risulta essere ancora più significativa. Secondo i dati Istat, infatti, le persone con disabilità hanno difficoltà nell’accesso al lavoro: solo il 31,3% è occupato, perlopiù nella pubblica assistenza, rispetto al 57,8% delle persone senza limitazioni gravi. In Italia sono circa 2,3 milioni le famiglie che comprendono una persona con limitazioni gravi.
Per questo motivo è servito l’intervento dell’associazione AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che ha visto la ragazza partecipare a molte iniziative dell’ente non profit. L’AIPD Versilia le ha proposto, nel 2018, un tirocinio socio-terapeutico di due anni all’interno del punto vendita, durante il quale ha dimostrato puntualità e precisione, conquistando così l’ambita assunzione.
Come spesso accade in questi contesti, la sinergia è stata un reciproco accrescimento: “Sicuramente Jessica è cresciuta e si è emancipata grazie all’inserimento in un ambiente lavorativo – commenta la titolare del punto vendita, Alessia Bevilacqua –. All’inizio aveva difficoltà ad apporre la sigla sul libretto delle presenze, mentre adesso firma con disinvoltura, ha allacciato rapporti con i colleghi e quando si è dovuta assentare, i clienti mi chiedevano insistentemente di lei. Era l’elemento che mancava alla squadra. L’arricchimento è reciproco: lei sta conquistando ogni giorno maggiore indipendenza ed è uscita dalla ‘bolla’ protettiva della famiglia e dell’associazione. Noi però oggi non potremmo più fare a meno del suo sorriso e di quell’indole serena, quotidiana lezione per tutti, spesso tormentati da problemi che ci sembrano insormontabili”.
Un traguardo notevole considerato che è la prima volta che, in Versilia, una persona con sindrome di Down viene stabilizzata nel mondo del lavoro.
Non resta che augurare a Jessica buon lavoro!
(Giuseppe Franchina)