Più diffuso di quanto non si pensi, si può risolvere grazie alla psicoterapia
Il “burnout,” un termine anglofono che si traduce letteralmente in “bruciato” o “esaurito,” è oggi riconosciuto come una sindrome dalla quale molti lavoratori possono soffrire. Questa condizione, associata a uno stress cronico nel contesto lavorativo, ha effetti devastanti sul benessere e sulla produttività.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica il burnout come una sindrome occupazionale, non una malattia. Si manifesta attraverso affaticamento, delusione, logoramento e scarsa produttività, conducendo a un crescente disinteresse per le attività professionali quotidiane. Infatti, questo fenomeno si lega strettamente a quello dei licenziamenti, sempre più in crescita, nel momento in cui i lavoratori non riescono più a gestire lo stress lavorativo.
Le cause del burnout sono diverse e coinvolgono variabili individuali, sociodemografiche e fattori ambientali. L’età, lo stato civile e la personalità giocano un ruolo chiave; anche porsi degli obiettivi irrealistici e mostrare una motivazione professionale elevata, concorre alla problematica, che sembra rendere più suscettibili a questa sindrome.
Fattori ambientali, come un eccessivo carico di lavoro e relazioni interpersonali difficili, contribuiscono all’instaurarsi del burnout. I sintomi, sia fisici che psicologici, includono stanchezza cronica, distacco emotivo, demotivazione e difficoltà nelle relazioni professionali.
Il burnout non va sottovalutato: può portare a complicazioni serie, tra cui abuso di sostanze, isolamento e problemi di salute mentale. La diagnosi avviene attraverso colloqui con professionisti competenti, mentre il trattamento coinvolge approcci sia a livello organizzativo che individuale.
La psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, può essere un valido strumento per gestire il burnout e migliorare il benessere complessivo. È la prevenzione, però, la chiave del successo. Nonostante sia più semplice a dirsi che a farsi, rispettare le proprie esigenze, stabilire obiettivi ragionevoli e adottare uno stile di vita sano sono tutti passi cruciali per evitare che lo stress cronico si trasformi in burnout.
Affrontare il burnout richiede un impegno sia individuale che organizzativo. Solo attraverso un approccio omnicomprensivo si possono raggiungere il benessere e la produttività desiderati. Ampliando la consapevolezza sui rischi del burnout e implementando politiche aziendali orientate al benessere mentale, si possono creare ambienti lavorativi più sani e sostenibili.
(Angelica Irene Giordano)