Ogni anno più di 22mila ragazze muoiono durante gravidanze e parti derivanti dai matrimoni precoci. I tassi più alti si registrano in Africa centrale e occidentale con 9.600 decessi l’anno. Il COVID-19 ha contribuito ad aumentare i numeri dei matrimoni infantili ed entro il 2030 altre 10 milioni di bambine saranno costrette a sposarsi
Si è celebrata l’11 ottobre, la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze. Questa ricorrenza è stata l’occasione per “tirare le somme” sul preoccupante fenomeno dei matrimoni precoci. Il tasso più alto al mondo di “spose bambine” si registra in Africa centrale ed occidentale, dove si contano 26 decessi al giorno legati ai matrimoni precoci.
Nel 1995, alla Conferenza mondiale sulle donne a Pechino, i paesi hanno adottato all’unanimità la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino, il progetto più progressista di sempre per promuovere i diritti non solo delle donne ma anche delle ragazze. Il 19 dicembre 2011, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 66/170 per dichiarare l’11 ottobre Giornata internazionale delle bambine, per riconoscere i diritti delle giovani e le sfide uniche che le ragazze devono affrontare in tutto il mondo.
Sebbene negli ultimi venticinque anni siano stati evitati quasi 80 milioni di matrimoni precoci a livello globale, i progressi si erano fermati già prima della pandemia di COVID-19, che ha solo contribuito a peggiorare le disuguaglianze, principale causa dei matrimoni precoci. La pandemia e l’impossibilità di viaggiare per operatori e attivisti, inoltre, hanno fermato i programmi di contrasto alle mutilazioni genitali femminili delle organizzazioni internazionali, facendo aumentare gli interventi.
“Purtroppo il COVID-19 ha messo a rischio i tanti progressi realizzati negli anni – attenziona Donatella Vergari, presidente di Terres des hommes Italia – per la prevenzione e il contrasto della violenza e delle tante forme di discriminazione di genere. Per milioni di bambine e ragazze la pandemia ha avuto effetti tragici che continueranno a farsi sentire per molti anni a venire. Oggi più che mai, con i suoi progetti e con la campagna in difesa, la fondazione è in prima linea per proteggere le bambine e le ragazze nel mondo e in Italia. Anche nel nostro Paese, infatti, il COVID-19 ha avuto pesanti conseguenze sulla vita delle più giovani e sulle loro opportunità per il futuro”.
A lanciare l’allarme anche Save the Children tramite il suo Chief Executive Officer (Amministratore delegato), Inger Ashing: “I matrimoni infantili sono una delle forme peggiori e mortali di violenza sessuale e di genere contro bambine e ragazze. Ogni anno, milioni di giovani sono costrette a sposarsi con uomini spesso molto più anziani che rubano loro l’infanzia, l’opportunità di studiare e in molti casi anche la vita”.
“Il parto è la prima causa di morte per le ragazze adolescenti – conclude Ashing – perché i loro giovani corpi non sono pronti per avere figli. I rischi per la salute delle giovani che rimangono incinte non possono e non devono essere ignorati. I governi devono dare la priorità a bambine e ragazze e devono garantire loro una protezione dai matrimoni precoci e dalle morti premature legate al parto. Questo è possibile solo se le ragazze hanno voce in capitolo nelle decisioni che le riguardano”.
(Giuseppe Franchina)