Originario delle coste atlantiche del continente nordamericano, il granchio blu è un crostaceo onnivoro che, nutrendosi tra le altre cose delle cozze e delle vongole nostrane, ne sta causando la diminuzione, minando l’equilibrio del nostro ecosistema, nonché il sostentamento di pescatori e di allevatori
Il granchio blu, denominato scientificamente collinectes sapidus, è lungo 15 centimetri e largo 25. Il suo peso può arrivare a un chilo. Questo crostaceo si adatta tranquillamente a temperature che vanno dai 3 ai 35 gradi e riesce a sopravvivere sia in acqua salata, sia salmastra, che dolce.
Presumibilmente, è arrivato qui portato dalle acque di zavorra delle navi di trasporto ovvero quell’acqua che viene immessa artificialmente in queste imbarcazioni quando attraccando nel porto di destinazione perdono il peso delle merci che consente loro di non fuoriuscire troppo dal mare. Gli esperti sono convinti che queste acque abbiano introdotto, una volta scaricate, nel nostro mare le larve di questo feroce granchio. Le femmine possono depositare più di un milione di larve all’anno.
Non è infrequente che tale meccanismo immetta specie non autoctone nel nostro ambiente, infatti lo stesso “killer dei mari“, così denominato a causa della sua ferocia, è presente nel Mediterraneo e nel mare adriatico, da una decina d’anni. Fino a poco tempo fa, in quantità minime, ora invece, a causa del cambiamento climatico e del conseguente innalzamento delle temperature acquatiche, questa specie è notevolmente aumentata, arrivando sulle nostre coste per poi risalire il Po ed avvicinarsi al Lago di Garda, mettendo a rischio le specie del luogo.
Eugenio Quattrucci, esperto di pesca, ci dice: “Il fatto è che sta proliferando un animale, che nel nostro habitat non trova i suoi predatori naturali, in grado di fermarlo e che perciò, gli impediscono di creare danni ingenti agli altri animali. Il nostro ecosistema, non essendo predisposto per accoglierlo, a causa della sua presenza sta rischiando di andare in tilt. Se qualche anno fa nelle reti dei pescatori, in determinate zone, era possibile trovare un granchio blu, in mezzo ai pesci, adesso sollevando le reti c’è il forte rischio che il granchio sia tutto ciò che vi sia all’interno. È un crostaceo molto sveglio e forte, con abitudini e capacità molto particolari, come quella di riuscire a nuotare sul pelo dell’acqua, cosa che non fanno altri granchi. È molto simile fisicamente, oltre che di sapore, alla Granseula, granchio nostrano in forte diminuzione. Si può dire che il granchio blu si stia sostituendo a quelle specie che via via diminuiscono. Solo che essendo molto tenace non ci sono altri predatori che lo possano contenere”.
L’impatto negativo che questo animale sta avendo sulla nostra economia (l’Italia è il primo paese europeo nel commercio di cozze e vongole, il terzo a livello mondiale) è tale che il Ministro dell’Agricoltura ha stanziato 2,9 milioni per sovvenzionarne la cattura, mentre la presidente del consiglio ne incoraggia il consumo in cucina. Inoltre, alcune regioni si sono organizzate per venderlo agli Usa.
Un’altra soluzione, oltre all’export e al consumo alimentare, sembrerebbe essere stata trovata in Veneto, dove questo granchio ha decimato le vongole. Infatti, sta per partire una sperimentazione che vede il granchio blu come combustibile per la produzione di biogas.
(Elisa Marino)