Il programma Google Local Guides fornisce informazioni sui luoghi pubblici, grazie ai dati forniti dagli utenti. Da poco è partita la raccolta di informazioni sull’accessibilità dei luoghi di interesse, che andrà ad arricchire il servizio
A molti dei nostri lettori sarà capitato di utilizzare Google Maps, l’evoluzione del vecchio stradario cartaceo, in grado di fornire in tempo reale mappe di praticamente tutto il mondo. Questo servizio, messo a disposizione dall’arcinota azienda Google, si è arricchito nel tempo di caratteristiche sempre più sofisticate, dalla visuale satellitare a Street View, che mostra sullo schermo strade e paesaggi in prima persona, esattamente come li vedremmo se fossimo in loco. Una delle caratteristiche recenti, che ha ulteriormente arricchito le mappe di Google, si chiama “Local Guides“.
Google Local Guides è un programma che permette agli utenti di aggiungere informazioni di proprio pugno, le quali andranno ad implementare Google Maps. Si tratta di una vera e propria comunità virtuale, i cui partecipanti – previa iscrizione gratuita – sono invitati a condividere fotografie dei luoghi visitati, a rispondere a domande sulle imprese locali, ad aggiungere i nomi dei punti di interesse e a scrivere recensioni su ristoranti, negozi, attrazioni eccetera. Per invogliare gli utenti a partecipare, Google mette a disposizione di quelli più prolifici dei premi, come l’utilizzo gratuito di servizi solitamente a pagamento, sconti su alcuni prodotti e partecipazione ad eventi esclusivi.
I vantaggi per Google e per i suoi utenti, derivati dal successo del programma, sono reciproci. Da un lato, il colosso informatico immagazzina dati sensibili sui navigatori del Web, ne traccia i movimenti, apprende le loro abitudini; dall’altro ci sono gli utenti che, a fronte della perdita di un po’ di privacy, hanno a disposizione una quantità di informazioni sul mondo che li circonda difficilmente reperibili altrimenti.
Da qualche mese, Google Local Guides ha espressamente dedicato all’utenza con disabilità motoria una parte del proprio programma. Tra le informazioni che è possibile aggiungere – e successivamente ottenere – su bar, musei, locali vari, ci sono quelle sull’accessibilità. Al momento di compilare la recensione di un luogo o di una struttura pubblica, infatti, al partecipante al programma verrà chiesto, per esempio, se l’ingresso sia privo di gradini, se gli spazi all’interno siano facilmente accessibili da chi si muove su sedia a ruote o se siano presenti parcheggi riservati.
L’enorme mole di dati raccolti (attualmente Google dichiara circa sette milioni di posti mappati, e il numero è destinato a crescere) va ad implementare le informazioni che Google Maps sarà in grado di fornire. Attualmente siamo nella fase di raccolta delle informazioni, che nei prossimi mesi verranno rese disponibili. Chi volesse partecipare a questa fase, può farlo da computer desktop o da dispositivo mobile con sistema operativo Android, cominciando con l’iscrizione al programma.
Presto vedremo i risultati di questa iniziativa che, nonostante le perplessità sull’attendibilità delle informazioni proposte (fornite da utenti senz’altro volenterosi, ma non necessariamente esperti di accessibilità), merita senz’altro un plauso per l’impatto culturale sulla massa, che magari prima d’ora non si era mai posta il problema delle esigenze di chi ha problemi di mobilità.
Articolo di Manuel Tartaglia