Esistono molti personaggi famosi disegnati con una qualche disabilità, dotati di poteri soprannaturali che, però, non indagano a fondo sulla loro condizione. Noi abbiamo trovato tre esempi di chi, invece, l’ha sceneggiata e disegnata.
Nel 1963 Stan Lee e Jack Kirby diedero un volto da supereroe alla disabilità con il Professor X degli X-Men, nell’universo Marvel. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un umano con il potere della telepatia, in grado di leggere, controllare e influenzare le menti altrui. Per intenderci, è il personaggio seduto su una carrozzina elettrica, fondatore proprio del gruppo dei mutanti.
Non solo negli Stati Uniti, ma anche in Giappone la disabilità è diventata protagonista: ci troviamo nel 2001, quando esce Fullmetal Alchemist, manga scritto e disegnato da Hiromu Arakawa. L’opera mette al centro le vicende di Edward e Alphonse Elric, due fratelli alchimisti in viaggio per Amestris alla ricerca della pietra filosofale, al fine di riottenere i propri corpi persi in una trasmutazione finita male: in particolare Edward ha due ausili tecnologici al posto del braccio destro e della gamba sinistra.
Questi sono solo due di alcuni personaggi disabili disegnati e divenuti famosi in tutto il mondo, il cui successo ha permesso di creare delle vere e proprie icone globali molto potenti, ma senza indagare troppo sulla loro qualità della vita. Decisioni editoriali, ovvio.
Per questo motivo, qualcuno ha voluto creare dei fumetti con un’impostazione diversa, andando a focalizzarsi principalmente sulla disabilità e su come questa influenzi la vita quotidiana di una persona. Visto che nel mondo dei fumetti tutto è possibile, e si può dare libero sfogo alla fantasia – anche se con un peso mediatico minore -, abbiamo trovato tre esempi di chi ha voluto disegnare la disabilità sotto un punto di vista alternativo.
SUPEREROI QUOTIDIANI – Milko, Pietro, Teresina e Marietta: i primi tre sono ragazzi con disabilità (rispettivamente sordo, paraplegico e con Sindrome di Down); il quarto personaggio, invece, è normodotato, ma con la paura di affrontare ogni questione della vita. Stiamo parlando di Four Energy Heroes, un fumetto italiano ispirato a quattro allievi dell’accademia di spettacolo L’Arte nel Cuore, che racconta le vicende di questi ragazzi intenti a scoprire come la diversità sia l’arma più potente, affrontando le sfide quotidiane al grido di “Nati per cambiare il mondo”.
C(H)INA TOWN – Yu’er è una bambina con disabilità, fa molta fatica a camminare, ma ha il desiderio di provare nuove esperienze, come nuotare, anche se viene derisa pesantemente dai suoi coetanei: “Ma che si è messa in testa la storpia?”. Doubao è suo nonno, un omone impacciato, goffo, buffo e simpatico, che dedica il suo tempo a insegnare alla nipote quali siano i reali valori della vita, aiutandola anche a realizzare le azioni che prima sembravano impossibili, come appunto nuotare. I racconti dei vicoletti di Nie Jun è un fumetto cinese che si snoda in quattro storie, in un clima di affascinante poesia e leggerezza umana, dimostrando come tutto sia possibile, nonostante le barriere mentali degli altri e di noi stessi.
UNA STORIA DI CASA NOSTRA – Anche alla Uildm i fumetti sono sempre piaciuti, tanto che la sezione di Bologna, nel 2011, realizzò “Prestami la tua mano per il mio sogno”, concorso che aveva l’obiettivo di concretizzare la disabilità con la fantasia della matita. Undici disegnatori provenienti da tutta Italia misero in campo le loro competenze, mentre le sceneggiature furono scritte da sei ragazze e ragazzi bolognesi con disabilità, dando vita a ben nove fumetti ispirati alle loro storie di vita intrecciate col mondo dell’immaginazione. Il risultato fu la pubblicazione di un catalogo di 108 pagine a colori e la vittoria del concorso da parte di Irene Frascari – assieme ai disegni di Luca Parisi – con il fumetto L’apparenza inganna, il racconto della disabilità dal punto di vista di due gatti domestici, dapprima spaventati dalla carrozzina elettrica, per poi scoprire che si tratta solo di una loro mero pregiudizio.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante