Girando per le strade, si vedono ovunque. Non c’è ragazzo che non lo abbia e, distrattamente, lo usano anche i più grandi. Il fidget spinner, ormai, sta diventando una consuetudine. Una moda che è arrivata in sordina e sta trascinando molti ragazzi, di qualsiasi età. Si tratta di quella specie di trottola a tre punte, variabile nel colore e nel prezzo, che si tiene in mano (tra pollice e indice) e con cui si possono fare numerose acrobazie o trick – come vengono comunemente chiamate – da postare sui vari social network. Per i meno avvezzi alla tecnologia e all’esibizionismo, basterà farla girare al pari del vecchio e sempiterno yo-yo. Senza troppe pretese. Comunque la si veda, l’ultimo ritrovato in fatto ludico è una potente fonte di aggregazione e, quindi, anche di dibattito.
C’è chi lo considera una perdita di tempo, chi ne è sorpreso, e chi lo adopera semplicemente per curiosità. Quel che in molti ignorano (volutamente o meno) è l’effetto terapeutico di questo giocattolo: lo spinner è molto utile a chi soffre di disturbi d’ansia, concentrazione ed attenzione. Inoltre è fonte di giovamento per coloro che sono affetti da patologie nello spettro autistico, naturalmente irrequieti, sempre in movimento, iperattivi. Con questa trottola possono ritrovare la calma e gestire i momenti difficili della giornata, un antistress – per dirla banalmente – alla portata di tutti: “I giocattoli fidget sono stati appositamente selezionati per fornire sensazioni tattili e uno sbocco per l’energia in eccesso. Possono anche aiutare e tenere occupati i bambini in momenti particolare stress o di potenziale stress, come i tempi di attesa, i momenti in cui devono stare seduti, i viaggi in auto e il tempo dello shopping. Tengono occupati, distraggono, hanno un effetto di comfort e ricompensa, promuovono la concentrazione, sviluppano le capacità motorie e il coordinamento occhio-mano”. Questo è quanto si legge sui siti dedicati alla commercializzazione di giochi terapeutici, tuttavia, come avviene per ogni novità esistente, ha anche degli effetti collaterali.
La diffusione a macchia d’olio all’interno delle aule scolastiche ha fatto storcere il naso a più di qualche docente, che lamenta un calo sensibile dell’attenzione durante le lezioni dovuto al reiterato uso di spinner, per questo nelle scuole statunitensi è stato bandito. Inoltre, la trottola della discordia comincia ad essere vietata anche in alcuni istituti italiani. “I fidget non sono soltanto l’ultima moda dei giocattoli. Per via della loro crescente popolarità, le scuole stanno iniziando a vietare questi ‘giochi’ che distraggono gli studenti. Ma i fidget sono stati uno strumento terapeutico per anni, aiutando le persone con ansia, autismo, Adhd e molte altre condizioni”, la risposta piccata di alcune mamme che non accettano il divieto e mostrano il loro dissenso attraverso un video appello su “The Mighty”. Una community di persone con patologie e disabilità che raccoglie testimonianze e curiosità sugli argomenti più vari, le parole di Leslie Templeton – ragazza con disturbo dell’attenzione – sono un valido esempio: “Ricordo che i miei insegnanti mettevano dei pesanti libri sul mio grembo, per cercare di farmi fermare, ma avevo così tanta energia che le gambe continuavano a calciare. Per quanto cercassi di fermarmi, la mia mente ha perdeva fuoco (cosa che a una bambina con ADHD grave accade letteralmente ogni tre minuti) e le mie gambe iniziavano a muoversi. Il mio insegnante di sostegno ha trovato una soluzione: un pezzo di stoffa che potevo maneggiare tra le dita: all’improvviso le mie gambe smisero di tirare calci. Nel corso degli anni ho provato diverse soluzioni per ricevere sollievo, e non ho trovato niente di più utile del mio fidget”.
Inoltre, sempre attraverso la community, è stato divulgato un articolo “Cosa vorrei che le persone capissero di fidget e disabilità” in cui si guarda anche alla situazione degli insegnanti che, loro malgrado, devono convivere con questa espansione negli istituti: “Ora sono vietati nelle scuole, perché gli studenti che non hanno bisogno di questi oggetti ne stanno abusando. Non dispiace che anche i ragazzi non disabili utilizzino i fidget, ma vi prego di parlare con i vostri figli, fratelli e coetanei dell’importanza di questi oggetti. Insegnate loro ad usarli in modo appropriato, in modo che coloro che ne hanno veramente bisogno non debbano ora subire le conseguenze del loro uso improprio. Per alcuni possono essere un giocattolo, ma per altri sono essenziali nella vita quotidiana”. Quel che, purtroppo, risulta ancora sconvolgente è quanto un giocattolo nato per unire finisca, nuovamente, per dividere: si parla ancora di ragazzi con disabilità e ragazzi senza disabilità. Come se le esigenze di alcuni dovessero essere un peso per gli altri. Quel che il fidget aveva portato – coesione e divertimento – finisce per smarrirsi in nome di una lezione da imparare. Forse spiegano più i comportamenti di mille parole, ed ecco anche perché determinati insegnanti non riescono a farsi apprezzare.
Articolo di Andrea Desideri