Le culture si differenziano in diversi modi, dal credo religioso, dall’abbigliamento per cause climatiche o religiose, dal culto dei morti, dalla cura del corpo e anche dall’alimentazione. Alimentazione che viene condizionata sempre dalla locazione fisica, se in climi freddi oppure caldi o dove è possibile o non possibile coltivare la terra in un certo modo, ma la cucina, il cibarsi di alcune cose piuttosto che altre deriva anche dai vincoli religiosi. Ogni religione o pensiero religioso, fornisce una indicazione di come ci si deve alimentare e queste regole hanno diverse motivazioni, igieniche o di tutela degli ecosistemi.
Cattolicesimo
Se pensate alle tradizioni nostre del cattolicesimo, per esempio, il venerdì è di magro, ovvero non si deve mangiare carne e anche nel periodo di Quaresima, da Carnevale a Pasqua si dovrebbe osservare un periodo di parziale digiuno. Veniamo però ad imposizioni più ristrette e continuative. Subito si pensa alla religione musulmana, ma in tanti non sanno che anche nella Bibbia esiste un un elenco di animali di cui ci si può cibare mentre di altri no, infatti nel Levitico (cap 11) e nel Deuteronomio al capitolo 14 (parliamo quindi dell’Antico Testamento) si dichiarano animali puri i ruminanti e quelli con lo zoccolo ‘spaccato’ per quanto riguarda la carne, mentre per i pesci devono avere le pinne e le squame. Quindi anche i cristiani non dovrebbero mangiare maiale (anche il cavallo e similari), ma neppure le cozze e le vongole e i gamberi. Però, nel Vangelo, una frase di Gesù venne interpretata come una riabilitazione di questi animali impuri facendoli entrare così nel regime alimentare comune.
Ebraismo
Però per la religione ebraica, che non accoglie il Nuovo Testamento, queste limitazioni sono rimaste. Infatti se avete amici di questa religione sappiate che non possono mangiare maiale, coniglio e cavallo e neppure i crostacei e nessun animale che striscia, è consentito il pollame in genere ma esistono anche altri vincoli come quello di non consumare contemporaneamente carne e latte e neppure la cottura insieme, questa norma viene ribadita espressamente diverse volte. La motivazione viene fatta risalire al non creare difficoltà nella catena alimentare, privare del latte fonte di cibo e di nutrimento e consumare carne insieme va a generare un disequilibrio. Sappiate che esistono anche norme per la macellazione degli animali che tuttora vengono rispettati. Quindi se sentite parlare di cibo kashèr significa cibo ‘consentito’.
Similarmente anche nella religione musulmana esiste una regola per la macellazione degli animali ed esistono dei divieti, il più noto è ovviamente il maiale totalmente bandito dall’alimentazione, ma sono banditi anche tutti quegli animali che non sono stati ‘uccisi’ con la modalità del dissanguamento. Quindi animali morti naturalmente, animali uccisi diversamente dalla macellazione islamica. E’ anche bandito alimentarsi di sangue. Ci si deve quindi nutrire di cibo consentito o definito in arabo halàl.
Induisti e buddhisti
Anche per le religioni orientali esistono limitazioni per quanto riguarda l’alimentazione, in alcuni casi, è però un ‘consiglio’. Spieghiamo meglio, per gli induisti la carne di mucca è proibita, le altre no, ma spesso, perché seguendo il rispetto per gli altri essere viventi, sono vegetariani, come anche i buddisti, dove non esiste un vero e proprio veto al cibarsi di animali, ma sempre seguendo il pensiero del rispetto del non uccidere le forme di vita, quindi anche gli animali, così spesso sono vegetariani, mentre gli integralisti lo sono anche molto strettamente (vegani).
Vista l’era della globalizzazione, se vi capiterà di invitare qualcuno di altra religione diversa dalla vostra, avrete qualche informazione in più su cosa ‘teoricamente’ può o non può mangiare.
Andrea Desideri, nel nuovo appuntamento con “Felici a Tavola”, parlerà di cibi e religione. Come cambiano le abitudini alimentari? Alle ore 11.30 in diretta sul nostro sito.
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