Siamo in tempi di crisi economica: lo dicono i giornali, le televisioni, ma soprattutto il conto in banca. Dobbiamo stringere la cinghia, questo è il mantra che ci sentiamo ripetere da anni. Quindi, una cena fuori in meno, anzi meglio restare a casa il più spesso possibile. Niente vacanze, al mare qualche volta – non troppo spesso – sennò con l’acqua alla gola potremmo starci anche in inverno. Tutto ciò alberga nella mente dell’italiano medio; colui che fino a dieci anni fa poteva atteggiarsi con amici e parenti di avere la macchina nuova, di stare in vacanza a Sharm (perché una volta si usava così) e di frequentare i ristoranti più cool, adesso si trova a combattere con lo spread, con il deficit, con i debiti. Quindi, succede che al posto di Sharm c’è Capocotta (quando va bene) e il fast food è subentrato ad ostriche e Champagne. Così è se vi pare, ma è tutto vero?
Perché qui, nonostante le difficoltà, nonostante gli intoppi e nonostante il caos, la crisi sembrano accusarla solo alcuni. Come cantavano i Flaminio Maphia, “Dimme ‘n po’ ‘sta crisi ‘ndo sta?”, proprio perché in un periodo di austerity come quello che il nostro Paese sta vivendo troviamo ancora ristoranti che hanno il coraggio di chiedere 200 euro per un menù degustazione. Parliamoci chiaro: se esistono posti così, è perché la gente ci va. L’offerta si modifica in base alla domanda. Si tratta di quei posti, riservati a pochi eletti, col nome altisonante: ristorante Vissani, trattoria Cracco e così via. Nella nuova puntata di “Felici a Tavola” cercheremo, appunto, di capire se è tutto oro quel che luccica. Lusso sfrenato è sempre sinonimo di qualità? Passeremo in rassegna i ristoranti e i cibi più costosi in Italia, una rapida occhiata al panorama della ristorazione mondiale, per concludere con aneddoti e curiosità.
Andrea e Fabio vi aspettano come ogni giovedì alle 11.30, la diretta streaming è disponibile sul sito www.finestraperta.it.
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