Coniato nel 1989 da Stephen L. DeFelice (fondatore e presidente della “The Foundation for Innovation in Medicine”), il termine nutraceutica è composto dai due sostantivi “nutrizione” e “farmaceutica”.
La parola può essere riferita a varie tipologie di prodotti, compresi nutrienti isolati, integratori alimentari, prodotti erboristici, pasti sostitutivi e persino alimenti trasformati (come i cereali, le zuppe e alcune bevande).
I prodotti nutraceutici vengono inquadrati differentemente dalle varie giurisdizioni nazionali.
In Italia, così come nell’intera comunità europea, il termine nutraceutico non è definito da alcun organo legislativo ed i prodotti che rientrano in questa categoria fanno parte dei così detti integratori alimentari.
Secondo la legge canadese, un prodotto nutraceutico può essere commercializzato sia come alimento, sia come farmaco. Infatti, le diciture “nutraceutico” e “alimento funzionale” non hanno alcuna distinzione giuridica; fanno entrambe riferimento ad “un prodotto isolato o purificato, ricavato da uno o più ingredienti alimentari, generalmente venduto sotto forma medicinale e non associato al cibo, del quale è scientificamente dimostrato l’effetto fisiologico o benefico nei confronti di certe malattie croniche”.
Nel diritto statunitense, invece, come in Europa, il termine nutraceutico non ha alcun significato legislativo. Al contrario, in base agli ingredienti e alle diciture con cui viene commercializzato, un prodotto viene regolato come droga (prodotto naturale che contiene principi attivi farmacologici), integratore alimentare, ingrediente alimentare o alimento propriamente detto.
Sul mercato globale si osservano non poche complicazioni in merito alla qualità dei prodotti in circolazione. Infatti, se è vero che alcuni industriali di nutraceutici utilizzano solo ingredienti sicuri e di ottima qualità, altri sfruttano la mancanza di regolamentazioni specifiche e compromettono inesorabilmente sia la sicurezza, sia l’efficacia dei loro prodotti. In particolar modo, nel tentativo di ottenere un ampio margine di profitto, certe aziende mirano alla produzione di nutraceutici di scarsa qualità o inefficaci, da commercializzare nei paesi che non possiedono una regolamentazione specifica.
Andrea Desideri e Anna Chiarlitti parleranno di questo, nella nuova puntata di “Felici a Tavola”. Appuntamento alle ore 11.30, ogni giovedì, sul nostro sito www.finestraperta.it.
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