Il fenomeno illegale del falso agroalimentare ha raggiunto, un fatturato che sfiora i 14 miliardi di euro. Ma spesso quando ci si trova di fronte ad alimenti confezionati non si ha la percezione di acquistare un prodotto contraffatto, eppure si potrebbe aver comprato un panettone con grassi vegetali insaturi idrogenati invece del burro. Il consumatore che acquista cibo contraffatto non è consapevole di averlo fatto, molti alimenti non sempre sono caratterizzati da un costo notevolmente più basso rispetto a quelli non taroccati. È necessario quindi sensibilizzare i consumatori a prestare attenzione alla scelta dei prodotti da mettere nel carrello della spesa, a controllare l’origine degli alimenti e le loro modalità di produzione e conservazione. La questione dell’etichettatura dei prodotti diventa sempre più importante per la tutela dalle agropiraterie. Per i prodotti che riportano la lista degli ingredienti, bisogna controllare la denominazione di vendita, il luogo di produzione, verificare la data di scadenza e attenersi alle indicazioni relative al consumo entro la data riportata sulla confezione.
Cibi e bevande “taroccate”, rischiano perciò di finire sulle tavole degli italiani in occasione delle prossime festività natalizie e proprio a difesa dalle agropiraterie nasce “Vero o Falso”, un’iniziativa organizzata a Roma dal Corpo forestale dello Stato sulla sicurezza agroalimentare e sulla tutela dei prodotti di qualità, che hanno fatto grande l’immagine dell’Italia nel mondo, all’evento parteciperanno alcuni dei principali Consorzi di Tutela.
Scopo principale,con l’ausilio di personale specializzato, aiutare il consumatore, adeguatamente informato, ad acquistare in modo consapevole e a riconoscere i prodotti di qualità.
Le degustazioni dei prodotti tipici italiani sono state seguite da consigli per non cadere nelle truffe alimentari e saper scegliere gli alimenti giusti.
Difendersi bene vuol dire leggere bene le etichette, ovvero controllare la denominazione di vendita, il luogo di produzione, in particolare per i prodotti che riportano la lista degli ingredienti, verificare la data di scadenza o attenersi alle indicazioni relative al consumo entro la data riportata sulla confezione.
E’ mprestare attenzione alla provenienza del cibo, le indicazioni dei luoghi geografici in etichetta sono consentite solo ad una Denominazione di Origine Protetta (DOP) o ad una Indicazione Geografica Protetta (IGP). La differenza fra una DOP e una IGP sta nel fatto che per un prodotto DOP tutta la filiera produttiva a partire dalla materia prima avviene in una determinata zona geografica a differenza della IGP.
Per chi vuole fare attenzione al rapporto qualità/prezzo: un prodotto biologico e/o DOP costa di più perché prima di andare in commercio viene analizzato e i costi sono a carico del produttore, un olio extravergine acquistato al prezzo di tre euro vale tre euro, un litro di vino acquistato al prezzo di un euro vale un euro.
Inoltre è bene tenere sempre presente che il burro light non esiste, l’olio vegetale leggero, fragrante e robusto lo stesso. L’olio a bassa acidità non ha alcun significato in quanto l’acidità di un olio non è percepibile dai nostri sensi e il termine “Made in Italy” nel settore alimentare non significa che la materia prima sia italiana, sull’origine degli alimenti, in ambito comunitario e nazionale, la normativa vigente prevede che sia obbligatorio riportare l’indicazione dell’origine in etichetta per specifiche categorie di prodotto (Fonte: giuseppelancini.com).
Andrea Desideri ed Elena Kryvunda vi daranno consigli per evitare rischi durante il vostro cenone di Natale, l’appuntamento con “Felici a Tavola” è ogni giovedì dalle 11.30 su www.finestraperta.it.
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