Nel lontano 1856 una scienziata aveva scoperto il fenomeno dell’effetto serra e le sue devastanti conseguenze per il pianeta, ma la sua ricerca venne ignorata
L’effetto serra fu scoperto da una scienziata, Eunice Newton-Foote, studentessa di Scienza e Chimica alla Troy Famele Seminary, che con il marito, il giudice e matematico Foote, si impegnò attivamente per i diritti delle donne. Attivista e scopritrice di uno dei fenomeni che influenzano di più il futuro del nostro pianeta. Dopo essere stata a lungo nel dimenticatoio, solo in tempi recenti riceve il riconoscimento dovutole.
Molto prima che il cambiamento climatico entrasse di diritto nelle nostre preoccupazioni quotidiane, una donna scoprì, attraverso un semplice esperimento, l’effetto serra. Si tratta di Eunice Newton-Foote e solo nel 2011 le è stato riconosciuto il merito di questa fondamentale scoperta. Infatti, per 150 anni il merito fu attribuito allo scienziato irlandese John Tyndall, il quale però pubblico il suo lavoro anni dopo di lei (che fu anche la prima donna a pubblicare una ricerca scientifica in America).
L’esperimento che fece capire a questa scienziata cosa avrebbe causato alla temperatura terrestre la presenza nell’aria di una elevata quantità di anidride carbonica, necessitò di due ampolle piene d’aria, quattro termometri e del gas, tra cui appunto l’anidride carbonica (CO2). Fu una sperimentazione “fatta in casa”, ma che diede risultati sorprendenti.
Per prima cosa Newton-Foote prese da un cilindrò dell’aria e la pompò nell’altro, ed esponendo entrambi al sole ne misurò ripetutamente la temperatura nel tempo. Successivamente, ripeté l’esperimento inserendo nei cilindri esposti ai raggi solari il gas anidritico e anche in questo caso ne misurò più volte il calore. Il risultato fu rivoluzionario: il cilindro contenente l’aria unita alla CO2, esposto come quello senza gas, aveva una temperatura maggiore rispetto a quest’ultimo. Tale esito fece comprendere alla scienziata che una massiccia presenza di anidride carbonica nell’aria terrestre avrebbe alzato la temperatura del nostro pianeta, portandolo al surriscaldamento.
L’anno di questa scoperta fu il 1856, ma per molto tempo non venne data importanza ai dati raccolti, sebbene fossero anche stati presentati in una conferenza alla comunità scientifica. Non fu permesso all’autrice della ricerca di descriverla ed annunciarla personalmente, ma fu relazionata da un suo collega e amico di famiglia, il dottor Joseph Henry, il quale la illustrò durante una riunione dell’American Association for the advancement of science. Fu data così poca importanza a quanto evidenziato dalla ricerca di Newton-Foote che né una copia della sua ricerca, né una copia della relazione del dottor Henry furono inserite tra i documenti da conservare dell’evento.
Fa riflettere, considerando l’attuale situazione climatica, cosa avremmo potuto evitare se la ricerca di questa brillante ma per troppo tempo ignorata scienziata, avesse ricevuto la giusta e meritata considerazione.
(Elisa Marino)