I ragazzi e le ragazze hanno sofferto da sempre, talvolta con esiti infausti, di disturbi cardiaci. Anche prima della diffusione dei vaccini
La risposta alla domanda del titolo ce la fornisce l’Osservatorio Malattie Rare: “no”.
Eppure – negli ultimi due anni -, una delle grandi paure riguardanti i vaccini anti COVID, è stata quella dei problemi cardiaci insorti nei ragazzi della fascia di età più giovane. Per moltissimo tempo le congetture più gettonate erano quelle che vedevano una correlazione fra la famosa puntura e i problemi al cuore. Anche molti giornali e programmi televisivi ne hanno parlato, arrivando alla fine a confutarne la tesi. In questi giorni però, è arrivata la conferma definitiva: l’Omar (Osservatorio Malattie Rare) ha diramato un comunicato stampa in cui viene spiegata la mancanza di correlazione fra i due eventi. I problemi cardiaci e le morti improvvise nei giovani sono sempre esistiti ed hanno bisogno di un controllo maggiore.
Sono 1.000 le morti dei giovani under 35 all’anno. Morti che a volte sembrano quasi misteriose, mancando di un obbligo di legge ad approfondirne le cause. Questi soggetti sono solitamente sani, in corpi giovani e forti. L’Istat per il periodo che va dal 2003 al 2017 ha riportato 157 decessi di questo tipo nella fascia 0-39 anni, ma la stima risulta inesatta, visto che la letteratura medica ogni anno parla di circa 1.000 morti giovanili. La morte cardiaca è quindi il primo sintomo visibile, ma l’ultimo in conseguenza di una patologia che si era già sviluppata nel corpo da tempo.
La morte improvvisa avviene quando, una persona in apparente salute, muore nell’arco di pochissime ore dalla comparsa dei primi sintomi. Solo nel nostro Paese, se ne verificano 50.000 all’anno, di cui 1.000 sono soggetti sotto i 40 anni. Quando viene data la possibilità di capirne le cause, si viene a scoprire che questi ragazzi soffrivano in effetti di alcune patologie come cardiomiopatie e malattie valvolari.
Il problema, piuttosto, è che ai disturbi giovanili al cuore, non viene posta la giusta attenzione. In Italia esiste l’obbligatorietà del riscontro diagnostico per una morte improvvisa di un lattante o di un feto, ma non se a morire sono dei ragazzi giovani e, ripetiamo, in apparente salute. Quello che richiede l’Omar è l’introduzione di una legge, che sta aspettando l’approvazione: la proposta di legge 3.192 richiede infatti la “disposizione per l’introduzione dell’obbligo di diagnosi autoptica istologica e molecolare nei casi di morte improvvisa in età infantile”. In breve, disporre un’autopsia. Con questa proposta, si andrebbero ad implementare la richiesta di prevenzione per chi è in famiglie potenzialmente a rischio e soprattutto la ricerca; così da comprendere il come e il perché avvengano queste morti. È importante sottoporsi in giovane età almeno ad un elettrocardiogramma, analisi che solo gli atleti solitamente fanno obbligatoriamente. “La morte improvvisa potrebbe essere il risultato di fattori sia genetici che ambientali o acquisiti. Comprendere l’eziologia genetica è fondamentale per prevenirla”, commenta il presidente della Società Italiana di Cardiologia, Ciro Indolfi, alla conferenza sul tema. Durante l’evento, tutti i medici erano concordi sul fatto di dover arrivare in tempi brevi alla nascita di questa legge, poiché urgente.
Tra l’altro, il vaccino anti COVID non permetterebbe lo sviluppo della miocardite, ma è vero che in questi ultimi due anni, è diventata una patologia in aumento: ebbene sì, il COVID-19 porta insufficienza respiratoria, ma anche aritmie da miocardite (per un paziente COVID, sembrerebbe che la possibilità di sviluppare questo disturbo cardiaco sia aumentata del 16,4%).
È quindi evidente che da tutti questi studi recenti, il vaccino non abbia correlazione con la morte cardiaca giovanile. Ma il dibattito ha però il merito di aver acceso la luce su di un problema troppo a lungo ignorato, che richiede una maggiore attenzione e cura.
(Angelica Irene Giordano)