Gabriele Di Mario, psicologo, ci dà la sua prospettiva sul periodo decisamente complesso che stiamo vivendo a causa della pandemia di covid-19
Dottore, cosa stiamo provando e a quali rischi andiamo incontro dal punto di vista psicologico?
“Stiamo vivendo un periodo molto particolare, sicuramente il nostro paese non viveva una difficoltà simile da molto tempo e la cosa peggiore è che le ripercussioni potrebbero portarsi avanti per molto tempo. Gli atteggiamenti più comuni che si stanno verificando sono due: da una parte, c’è una forma di distacco totale dal problema, si mantiene un tenore di vita uguale a prima e non ci si preoccupa della situazione; dall’altra parte, c’è chi si sente spaventato.
Quest’ultimo caso, oltre ad essere un fenomeno normale, è anche sano, perché la paura ci mette in contatto con la difesa e la tutela della nostra incolumità sia fisica, che sociale.
Quando questo stato di allerta e di spavento aumenta in modo eccessivo, però, si può trasformare in panico e come sappiamo lo stesso non è più sano ma del tutto controproducente e invalidante.
Cambiare lo stile di vita, le modalità gestionali dei rapporti con gli altri, anche con quelli più vicini ia noi, richiede un grande impegno e farlo in un periodo così breve è sicuramente più faticoso. quindi sicuramente la nostra popolazione è soggetta ad una grande forma di stress”.
Cosa accade nella nostra testa quando siamo costretti a vivere per lunghi periodi diminuendo drasticamente i rapporti sociali?
“L’uomo di per sé è un’animale sociale; costringerlo alla reclusione è sicuramente una cosa che può creare difficoltà. Il sentirsi nell’impossibilità di scegliere cosa fare, non aiuta e oltretutto può rendere ancora più preoccupante la realtà che si sta vivendo. In una situazione di allarme generale, non avere la possibilità di condividere la propria preoccupazione con altri, alimenta la paura stessa, che può diventare qualcosa di più grande”.
Quali strategie possiamo mettere in atto per “non perdere la testa”?
“Le autorità competenti hanno predisposto una serie di regole che vanno rispettate. Rispettarle non vuol dire soltanto tutelarsi, ma anche essere all’interno di una modalità sana, che può evitare di far salire il nostro livello di ansia e di malessere. La paura, se supera un certo livello, rischia di disconnetterci dalla realtà; per questo motivo, rispettare quanto richiesto è di grande aiuto. Episodi recenti, come la chiusura di alcuni Comuni, hanno dato luogo a comportamenti irresponsabili e pericolosi, dettati dalla paura.
Se notate che i vostri cari sono particolarmente chiusi e silenziosi, favorite il dialogo, date loro l’opportunità di esprimere i loro pensieri e rassicurateli”.
Può essere utile in questi casi consultare uno specialista?
“Ognuno di noi conosce fino a dove può arrivare il suo livello di sopportazione e quando si sta entrando in una zona di stress troppo forte. Se la persona crede che condividere la cosa con un famigliare o con un amico non basta perché non placa il suo malessere, può prendere in considerazione di contattare chi lo fa come lavoro.
Personalmente in questo periodo mi sono reso disponibile, per chi ne avesse bisogno, a fare dei colloqui via Skype per gestire meglio l’andamento della quarantena”.