7 maggio 2017, la Festa delle Famiglie è un’occasione per riflettere – senza ansia, ma con allegria – su “dove andremo a finire”
Per molti decenni, e ancora ad oggi, nel mondo occidentale è prevalsa un’idea di famiglia ideale, sacra e inviolabile, un valore da difendere e un punto d’arrivo per chiunque aspirasse ad una vita felice. Si tratta del nucleo familiare composto da una coppia eterosessuale con uno o due figli. Tale ideale ci è stato raccontato per anni dalla pubblicità e rivendicato dalla politica. Tra spot di merendine e surgelati, passando per manifestazioni di piazza come il Family Day, quello della cosiddetta “famiglia tradizionale” è stato un punto fermo nell’immaginario collettivo, che però non andava di pari passo con i mutamenti della società reale.
E’ un dato di fatto che, accanto a quella tradizionale, si sono ultimamente diffusi, con sempre più frequenza, altri modelli di famiglia. Ed è altrettanto vero che lo standard convenzionalmente accettato è in continua evoluzione col passare delle ere: basti pensare che nel secolo scorso i nuclei familiari erano molto più numerosi, con una prole mediamente doppia rispetto a quella attuale; gli anziani rimanevano nella propria abitazione insieme ai figli adulti ed era molto più raro vederli passare i loro ultimi giorni in residenze lontane dai propri affetti; il divorzio era una pratica rara, spesso stigmatizzata dalla società; ed era praticamente fuori discussione convivere senza aver contratto matrimonio.
Si direbbe, quindi, che il modello attuale di “famiglia tradizionale”, di tradizionale abbia ben poco. E a destabilizzare ulteriormente le certezze di chi cerca un ideale di riferimento, ci sono le tante famiglie non convenzionali che, ormai da un po’ di tempo, si sono affiancate alle altre. Con il riconoscimento da parte delle istituzioni delle unioni di fatto, non è raro imbattersi in coppie di genitori dello stesso sesso; lo sdoganamento del divorzio e la diminuzione dei matrimoni, inoltre, ha favorito la diffusione di famiglie con un genitore single; frequenti, infine, le famiglie allargate o ricomposte, risultato dell’unione di più nuclei sotto lo stesso tetto.
Sono tante le storie che i media e la politica faticano a riconoscere, ma che l’arte e il mondo dello spettacolo, più attenti a fotografare i cambiamenti della società, raccontano da tempo. Serie TV come I Cesaroni (RTI, 2006-2014) o film come Famiglia all’Improvviso (Lucky Red, 2016) sono due tra i tanti esempi di “non convenzionale normalità” nella vita di una famiglia nata dall’unione di un uomo e una donna separati, nel primo caso; in quella di un padre single e la sua bambina, nel secondo.
Insomma, i tempi cambiano, la società evolve e a poco serve fare resistenza. Anzi, auspicando una civile convivenza tra realtà tanto diverse fra loro, ben vengano iniziative come l’International Family Equality Day, evento promosso dal Network of European LGBTIQ* Families Associations, che domenica 7 maggio coinvolge trentasei nazioni e settantaquattro città di tutto il mondo nella celebrazione di tutte quelle famiglie che non sono necessariamente formate da madre e padre.
In Italia l’evento prende il nome di Festa delle Famiglie e a coordinarlo è l’Associazione Famiglie Arcobaleno. Domenica 7 maggio a Barletta, Ferrara, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Terni, Torino e Verona si fa festa, con un ricco programma di incontri e spettacoli per grandi e piccini.
“Dove andremo a finire?”, si chiederà qualche nostalgico della famiglia tradizionale, ignorando che probabilmente i suoi genitori si posero la stessa domanda guardando alla sua generazione.
Articolo di Manuel Tartaglia