Approfondimento sui disturbi specifici dell’apprendimento
Rilevazione Istat sugli studenti DSA in Italia: un incremento significativo. Come ogni anno, l’Istat ha rilevato i dati relativi alla presenza dei giovani con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), nelle scuole di ogni ordine e grado, notando come il numero sia esponenzialmente cresciuto. Dallo 0,7% del 2010/2011, è passato al 3,2 del 2017/2018. L’incremento del dato si spiega poiché in questi sette anni, la consapevolezza e la conoscenza del fenomeno, è notevolmente cresciuta negli istituti e nelle famiglie.
Cos’è il disturbo specifico dell’apprendimento. Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento è un deficit di alcune delle abilità specifiche usate nella loro totalità nell’ambito scolastico, come: leggere (dislessia), fare calcoli (discalculia) o scrivere (disgrafia e disortografia). Riconosciute in Italia tramite la legge 170 del 2010, il Ministero dell’Istruzione s’impegna a garantire l’insegnamento per studenti e studentesse con DSA, attenuando i disagi e adottando metodi di studio e di valutazione adeguati. Tutto per portare agli stessi percorsi e sviluppi degli altri studenti – in ambito sociale e lavorativo -, visto che di fatto, non c’è alcuna differenza intellettiva o capacitiva, se non una fatica maggiore del dovuto, ad apprendere.
Il disturbo è specifico, perché non immette alcuni processi di apprendimento, degli automatismi che non si sviluppano da soli come dovrebbero. Cioè ciò che permette di leggere fluentemente, scrivere senza errori, con una grafia decifrabile o riuscire ad elaborare e calcolare dei numeri.
I test somministrati. I disturbi specifici dell’apprendimento vengono attestati attraverso la somministrazione di una batteria di test particolari, volti a scoprire i tratti tipici DSA. I test si suddividono in vari modi, come delle prove di lettura, ad esempio leggendo delle parole inesistenti (non essendo parole visivamente riconoscibili) o prove di calcolo. Sebbene, per formulare una diagnosi ufficiale, ci sia bisogno di aver terminato la seconda e la terza elementare.
Condizioni psicologiche dei bambini con DSA. Dagli studi degli anni Sessanta sulle persone con dislessia, si parlava di una “disfunzione cerebrale minima”, cosa che ha portato ad una considerazione mediocre nei loro confronti. Sin da piccoli, gli alunni con DSA presentano spesso una scarsa autostima, demoralizzati dal trovarsi regolarmente indietro nel confronto con gli altri. Importante ricordare che i disturbi specifici dell’apprendimento non sono una conseguenza di traumi, blocchi educativi e psicologici, pigrizia nello studio. Hanno anzi una vera e propria matrice evolutiva, non permettendo con la crescita di interiorizzare quegli automatismi che invece riescono ai compagni di scuola.
Parlare di DSA è parlare di sviluppo atipico e neurodiversità, non di patologie.
I dati sugli studenti con DSA nello specifico. Negli ultimi quattro anni, le certificazioni sulla dislessia sono salite da 94mila a 177mila, circa. Le certificazioni di discalculia, da 33mila, sono passate a 87mila. Il disturbo, prima della terza elementare può essere notato, ma viene segnalato solo che il bambino è a rischio. In questo modo, il numero maggiore di casi lo ritroviamo nella scuola secondaria di primo e secondo grado; è infatti alle medie e al liceo, che la percentuale dei DSA è rispettivamente del 5,61 e del 4,68% degli studenti nella loro totalità.
Un altro dato messo a confronto, è quello sulla presenza degli alunni con DSA all’interno delle scuole pubbliche e private, si registra una presenza nettamente maggiore nelle scuole statali.
Fra dislessia, disgrafia e discalculia, i casi registrati nel 2017/2018 sono in tutto 276.109, con la prevalenza della dislessia, ma non rappresentano il numero reale di studenti. Sia perché nella scuola primaria non è riportato il dettaglio per tipo di disturbo, sia per un principio di comorbilità, per il quale in un singolo, può coesistere più di un disturbo.
Diffusione territoriale. Per quanto riguarda la presenza delle certificazioni rilasciate in Italia, si nota la maggior quantità nei paesi del Nord Ovest, seguito dai paesi del Nord Est e del Centro. In ultimo, i casi registrati nel Sud del paese, in numero molto inferiore che nel resto d’Italia.
Nelle singole regioni, i valori più alti sono registrati in Valle D’Aosta e in Liguria.
Le soluzioni proposte. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, sono la causa maggiore di difficoltà scolastiche o abbandoni. Troppo spesso l’analisi è inadeguata e poco attenta ai tanti casi. Bisogna riconoscere e permettere un giusto percorso di studio. Ciò significa creare dei percorsi di studio adatti e personalizzati, visto che ognuno ha la propria problematica. L’obiettivo è cercare di rendere lo studente totalmente autonomo o quanto più possibile.
La testimonianza. Per comprendere meglio il vissuto di chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento, FinestrAperta.it ha raccolto la testimonianza di Margherita, una ragazza dislessica. Per lei non è mai stato un gran problema esserlo, eppure – racconta -, nonostante sia un dettaglio minimale all’interno della sua vita, l’ha comunque condizionata, facendola sentire arrabbiata con sé stessa. Questa ragazza ha scoperto di essere dislessica in terza liceo, dopo aver avuto sospetti sin dalle scuole elementari, sentendosi “rallentata” nel percorso di studi. Ma né in famiglia, né a scuola, le è stato dato particolare peso, se non considerarla un po’ stupida o pigra. La comprensione viene meno anche dai suoi compagni di scuola, non capiscono perché debba avere tempo in più per gli esami scritti. Dopo aver richiesto pochi aiuti al liceo, è all’università che è arrivato il vero cambio di rotta. Parlando con i professori, le è stata data l’opportunità di avere programmi di studio che le si adeguassero. Adesso, ha la media del 30.
Articolo di Angelica Giordano