Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. In tale occasione, che abbraccia l’intera popolazione femminile del pianeta, di qualsiasi etnia, età o condizione economica, puntiamo la lente d’ingrandimento sul microcosmo semisconosciuto delle donne con disabilità
Ancora troppo spesso, si tende a raggruppare in un’unica categoria le persone con disabilità, senza tener conto del genere sessuale cui appartengono. L’esempio esplicito è rappresentato dai servizi igienici nei locali pubblici: la maggior parte delle volte, sono previsti quelli per uomini normodotati, per donne normodotate e per persone con disabilità senza distinzione. Come a confermare che, al contrario degli individui sani, tra quelli disabili non vi sia – o non sia importante rimarcarla – differenza di genere.
Non è così per le statistiche, che dipingono in maniera inequivocabile un quadro di forte discriminazione. Una discriminazione doppia. Doppia perché le donne con disabilità risultano svantaggiate sia rispetto alle donne normodotate, sia rispetto agli uomini, disabili e non. Le statistiche sulla condizione lavorativa parlano chiaro: come abbiamo recentemente riportato, in Italia il tasso di occupazione delle donne con disabilità è minore rispetto a quello degli uomini nella stessa condizione (l’1,82% contro il 6,82%). Più inquietanti sono i dati Istat sulle donne vittime di violenza: sono il 10% quelle disabili, mentre il 4,7% quelle normodotate. Stesso divario tra le vittime di molestie: il 21,6% sono donne con disabilità, il 14% le altre.
Come sovvertire, dunque, questa tendenza? Come innescare un circolo virtuoso che contrasti il fenomeno della doppia discriminazione delle donne con disabilità? Uno strumento esiste e si chiama “Manifesto Europeo delle Donne con Disabilità”. Si tratta di un documento realizzato dallo European Disability Forum, la cui prima edizione risale al 2011 e che un paio di mesi fa, finalmente, è giunto alla seconda edizione, tradotto in lingua italiana e ratificato dalla Federazione Italiana Superamento Handicap. Il Manifesto traccia le linee guida per trattare il tema della discriminazione delle bambine, delle ragazze, delle donne e delle anziane con disabilità, sia a livello politico, che mediatico. Ma non è solo a media e istituzioni che il documento si rivolge, bensì alle donne stesse, che molte volte non riescono a percepire la delicatezza della propria condizione. Perché il primo passo verso l’emancipazione è la consapevolezza.
Per celebrare con coscienza la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, questo 25 novembre, invitiamo alla lettura del Manifesto Europeo delle Donne con Disabilità, scaricandolo gratuitamente in lingua italiana dal sito web di Informare un’H, servizio di Uildm Pisa e Comune di Peccioli (PI).
Articolo di Manuel Tartaglia