Lo scorso 8 febbraio una delegazione della Fish, guidata dal Vicepresidente Vicario Roberto Speziale, si è presentata in audizione davanti alla Commissione “Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”, per esprimere la propria opinione sull’ultimo disegno di legge delega al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane e delle persone anziane non autosufficienti
La valutazione del suddetto testo normativo, approvato dal Consiglio dei ministri il 19 gennaio, formulata dalla Federazione, è nel complesso positiva.
Ciononostante, l’associazione, che è da considerarsi una delle più rappresentative delle persone con disabilità, ha ritenuto essenziale dover evidenziare alcune importanti criticità presenti nello stesso e di presentare, con lo scopo di risolverle, delle proposte emendative, ovvero di modifica delle norme del DDL.
Prima fra tutte, la Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) ha sottolineato la problematicità dell’assenza, nel testo, della differenziazione tra le persone non autosufficienti e le persone che diventano persone con disabilità nel corso dell’età anziana. Infatti, nel DDL è espresso l’obbligo di tenere conto delle specifiche esigenze delle persone non autosufficienti con disabilità pregresse, ma appunto, non si parla di coloro che solo da anziani maturino la condizione di disabilità.
È convinzione della Fish e dei suoi esperti, che soprattutto nello stabilire la definizione di autosufficienza, si debba tenere conto, assolutamente, delle specificità di ciascuna di queste due differenti situazioni e che in questa azione il Governo si faccia guidare dalla Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, la quale afferma che la disabilità non ha limiti di età e che quindi tenga in mente che la non autosufficienza non deve assorbire la condizione di disabilità.
Nella sua attività di politica etica e di promozione dei diritti delle persone con disabilità, la Fish ha sempre prestato molta attenzione al rispetto sostanziale e formale del loro diritto alla vita indipendente. Diritto che si sostanza nella libertà di scegliere dove e con chi abitare.
Anche nel corso dell’analisi di queste norme, la tutela di questo diritto è stata particolarmente attenzionata. Infatti, sebbene consideri molto buone le proposte di co-housing contenute al loro interno, in sede di audizione e nella Memoria che ha presentato, la Federazione ha affermato con fermezza il bisogno che venga espressamente enunciato che qualsiasi proposta riguardante una qualunque forma di domiciliarità, sarà attuata e organizzata nel rispetto del diritto dell’individuo di autodeterminarsi nella scelta della propria abitazione e nello stabilire se convivere con qualcuno o meno.
Un’ulteriore richiesta di modifica ha toccato il comma 2 dell’articolo 5 del suddetto disegno di legge, nel quale viene stabilita una delega, in capo al Governo, sul tema del caregiver.
In quest’ultimo è stabilito che l’esecutivo proceda alla ricognizione e ridefinizione della normativa di settore sull’assistente familiare; alla promozione di interventi di certificazione delle competenze professionali acquisite nel corso della sua attività assistenziale e alla creazione di forme di partecipazione delle rappresentanze dei caregiver nell’ambito della programmazione sociale sanitaria e sociosanitaria, sia a livello nazionale, sia a livello regionale.
La Fish ha chiesto che tali previsioni vengano tolte dalla futura legge, nonostante siano condivisibili. Le ragioni alla base di questa richiesta sono le seguenti: prevedere all’interno della delega sull’età anziana e la non autosufficienza, l’obbligo per il Governo di mettere in atto tali specifiche azioni, andrebbe a creare una situazione discriminatoria per i caregiver delle persone con disabilità non ancora entrate nella terza età. Lo Stato deve invece impegnarsi a realizzare una normativa che tuteli sotto ogni aspetto tutti i caregiver, indipendentemente dall’età della persona di cui questi si prendono cura. Da anni, la Fish ha presentato una proposta di legge quadro sul tema. Legge, la cui discussione è da troppo tempo ferma in Parlamento.
Anche analizzando la questione dei Fondi con cui si dovrebbero sovvenzionare le attività e le riforme contenute in questo disegno di legge, sono state rilevati degli aspetti che non vanno. La Fish ha infatti domandato che i soldi vengano trovati senza andare a ridurre le quote economiche previste per le persone con disabilità.
Per sapere di più su cosa pensa la Fish e sulle sue altre proposte di emendamento, si può visitarne il sito web.
(Elisa Marino)