“Stanno accadendo molte cose, mutazioni e movimenti di natura politica, istituzionale e economica. Ci saranno tagli ai finanziamenti che interesseranno tutte le persone con disabilità e loro famiglie. Quando cambiano gli assetti politici ed economici noi dobbiamo conoscere e riconoscere questi meccanismi. Leggere, informarsi, documentarsi e capire quanto questi cambiamenti incidono sulla vita di tutti i giorni come cittadini, ricordando lo slogan “Nulla su di noi senza di noi”. Questo messaggio ci impone di interessarci ed intervenire e questo ha valore se l’intervento è puntuale e autorevole, dobbiamo continuare a lavorare per segnalare qualsiasi forma di emarginazione e esclusione.
In nostri quotidiani, i telegiornali, l’informazione in generale affrontano i nostri temi parlando di spending review ma, a cosa serve? serve a risparmiare i soldi e contenere la spesa pubblica italiana eseguita dallo Stato, dagli Enti Locali, dai Comuni. In linea generale significa taglio lineare ad alcune tematiche importanti come ad esempio spese militari, sanità, istruzione ecc… razionalizzando la spesa nelle diverse voci.
Gli ultimi governi hanno utilizzato indistintamente il termine spending review fino a nominare dei tecnici, commissari straordinari, con il compito di ottimizzare mettendo a reddito anche il patrimonio al fine di ottenere 600 milioni di risparmio della spesa entro la fine del 2014.
Cosa chiede il governo al commissario? 488 milioni per il 2014, un miliardo per il 2015 e 1 miliardo e otto a partire dal 2016 è una cifra imponente perchè riguarda provincie e città metropolitane, quindi la vita dei cittadini.
La ridistribuzione delle risorse che vengono affidate alle regioni dipendono, ovviamnete, dalle scelte di carattere nazionale e passano attraverso la legge di stabilità come il fondo per la non autosufficienza. Un altro intervento pesante riguarda i comuni e quindi i servizi, trasporti, vita indipendente, sostegno scolastico ecc…
Da aprile di quest’anno si parla degli 80 euro stanziati dal governo, soldi che vanno trovati per finanziare la legge decreto 66/2014, lo Stato dice ai comuni di ridurre la spesa coinvolgendo anche i ministeri che hanno già previsto un taglio di 700 milioni attraverso la rimodulazione di spesa attraverso vincoli di bilancio imposti alle regioni. Per i comuni sono previsti tagli per 360 milioni di euro in meno e 540 fino al 2017 per recuperare i famosi 80 euro. Il decreto è particolarmente strano perchè dice che lo Stato impone ai comuni e alle regioni di risparmiare con il taglio di beni e servizi. Il comune che spende di più deve restiuire di più quindi tutto si riduce ad un livello quantitativo e non qualitativo quindi chi investe in infrastrutture, servizi, trasporto ecc… deve restituire la stessa cifra di chi quei denari li ha spesi per esempio in consulenze, relegando tutto ad una scelta di mero calcolo.
Una sottilineatura non si è tra quelli che dicono gli 80 euro si o gli 80 euro no però è innegabile che questo intervento abbia un ascendente sulla spesa, quello che stiamo cercando di spiegare è che il taglio deve essere qualificato e gli enti locali virtuosi devono essere premiati.
Su “Condicio” sito della Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) è stato analizzato il rapporto dell’ISTAT sullo stato del Paese ci sono dei dati sorprendenti, L’Istat ci dice che l’Italia in termini di protezione sociale spende il 29,7 % del proprio prodotto interno lordo pensioni, assistenza , pensioni di varia natura che non sono legati al reddito, noi siamo al settimo posto nell’Unione Europea. Di questo 29,7 il 50 % va per le pensioni di lavoro compresi i vitalizi e le pensioni d’oro, compresi anche quelli che hanno lavorato 40 anni. La media europea è 39,9% per la protezione sociale delle famiglie si spende 4,8 nonostante venga enfatizzata a tutti i livelli maternità, famiglia e infanzia. 1,4 del PIL. Va invece per la disabilità, 1,7 del PIL si spende per gli assegni di accompagnamento e le pensioni di invalidità mentre la media europea è del 7,7 dopo di noi ci sono solo la Grecia, l’Irlanda, Malta e Cipro, però siamo dentro al G8 cioè siamo uno dei paesi più avanzati del mondo.
Se si aumentasse di mezzo punto il PIL si avrebbero 7/8 miliardi in più da investire sulla disabilità e qualcosa sulla maternità, l’infanzia e molto altro tanto per essere in media dell’UE .
Falsi Invalidi
I controlli se pur leggittimi hanno generato un pregiudizio grave nei confronti dei veri disabili, ma i controlli si sono concentrati solo su coloro che percepiscono una pensione e non su coloro che hanno un’invalidità minore e non percepiscono pensione ma possono accedere alle categorie protette nel lavoro potendo, porciò, partecipare ai concorsi. Queste sono le questioni importanti delle politiche del lavoro. il lavoro non deve essere solo protezione sociale.
Riforma ISEE: E’ stato approvato un decreto che modifica una norma, votata a larghissima maggiornaza, che impone di approvare un nuovo ISEE. Patrimonio, rendite, pensioni, lavoro. con la riforma pesano in modo diverso. Il decreto non è ancora operativo poiché gli enti devono, per far si che questo avvenga, fare una serie di provvedimenti, delibere per renderlo attuativo e inoltre l’INPS. Inoltre serve un nuovo software che digitalizzi i nuovi parametri introdotti dal decreto. Probabilmente il nuovo Isee entrerà in vigore il 1 gennaio 2015 perché,nprobabilmente, ancora impantanato nelle variabili di un decreto estremamente complesso. Il decreto è largamente migliorabile non solo per i disabili ma anche per gli anziani che hanno necessità di entrare in istituti o in assistenza, li la stretta è molto forte. Come è forte l’impatto che avrà sulle famiglie e sui disabili in tema di indennità di accompagnamento che verrà considerata reddito.
La redazione di Radio Finestraperta
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