Siamo stati all’evento di fine anno organizzato da Radio Deejay al Palazzo dei Congressi di Roma. Un esempio di accessibilità, per una serata in pista senza barriere, il giusto segnale per iniziare al meglio questo 2018.
“La musica non c’è”, eppure Coez canta lo stesso. Quindi, con lo stesso principio, possiamo ballare ovunque: persino su due ruote. Basta averne l’occasione. Proprio come è avvenuto il 31 dicembre al Palazzo dei Congressi di Roma, dove Radio Deejay ha organizzato il suo evento di punta per la notte di San Silvestro: la Capitale è stata scelta dai “ragazzi di via Massena” per accogliere il nuovo anno in musica con la Deejaytime reunion, che non è stato solo un programma, continua ad essere uno stile di vita, quasi uno stato d’animo. La versatilità e la bravura di Albertino, Prezioso, Fargetta e Molella, lo dimostra. Così come lo conferma la massiccia presenza di nostalgici, diciamo così, accorsi all’Eur per ritrovare una tradizione musicale.
Si balla, ci si diverte, cercando di iniziare il nuovo anno con la giusta carica d’adrenalina, anche se quella di scatenarsi sulla pista da ballo resta un’esigenza quotidiana che appaga la maggior parte dei giovani. E non solo. I balli proibiti c’erano solo in Dirty Dancing, allora è abbastanza frequente che la voglia di divertirsi ballando coinvolga anche persone con disabilità. Quindi, nella serata dove il trenino non è soltanto un mezzo di locomozione, abbiamo fatto visita ai Fantastici 4 della consolle. Siamo rimasti sorpresi (e questo è un bene) non soltanto per l’ottima musica e l’overdose di anni Novanta a cui abbiamo assistito, ma anche per l’organizzazione ottimale che il network (quindi anche il locale di riferimento) ha garantito: normalmente, quando si associano le parole ballo e disabilità, ci si stupisce. Figuriamoci se poi dovessimo decidere di voler andare in discoteca. Invece, qui, nessuno (o quasi) l’ha trovato strano e utopico mettendoci da subito a nostro agio. Abbiamo fatto la consueta trafila che farebbe chiunque: dopo aver telefonato – con congruo anticipo, vista la data delicata – i responsabili ci hanno subito rassicurato sull’accessibilità del locale. In effetti, ad accoglierci c’era una pista da ballo enorme (senza la minima pendenza) con in fondo il palco per il djset, tutto accompagnato da un gioco di luci variegato e perenne. Poi, buttafuori, sicurezza e open bar. Insomma tutto in regola: appena arrivati, verso le 22.00, i ragazzi dell’organizzazione ci hanno mostrato il parcheggio riservato e soprattutto, prima di condurci in pista, hanno opportunamente precisato la zona dei bagni accessibili per persone con disabilità. Proprio vicino ai camerini delle star, un’ulteriore agevolazione (questo esclusivamente a fini ludici e non essenziali) per poterle incontrare a fine spettacolo.
Terminato questo tour esplorativo, lo staff ci accompagna in pista precisando che avrebbe mantenuto la reperibilità per qualsiasi evenienza nel corso della serata. Settemila tagliandi venduti in totale, persone con disabilità: una, con l’accompagnatore. Questo perché molti ragazzi con disabilità, pur avendo voglia di mettersi alla prova in discoteche e locali, magari nicchiano per paura di imbattersi in possibili ostacoli o barriere. Deejay ha saputo guardare oltre anche in tal senso, rispondendo nel miglior modo possibile, ad una domanda non frequentissima con un’offerta all’altezza. Siamo stati messi in condizione di vivere un evento notevolmente atteso restando in prima fila, in mezzo alla mischia – ad un metro, forse due, dal djset. Vicinanza, in altri contesti, spesso voleva dire rischio (che nessuno era disposto ad assumersi). Stavolta no, c’erano le opportune transenne di sicurezza ma noi eravamo in mezzo alla gente e non estromessi dal centro nevralgico dell’evento come potrebbe avvenire (il più delle volte è così) in qualsiasi altra manifestazione musicale. Risultato: una notte particolare, complice lo stupore delle persone che ci vedevano totalmente inseriti nel pieno dei balli e dell’aggregazione, sicuramente inusuale. Così come è abbastanza raro valorizzare un bel progetto dedicato all’accessibilità, intorno alla disabilità – quasi sempre – ci sono lamentele strutturali (il più delle volte opportune) e poche congratulazioni. Un po’ perché con i complimenti ci si fa poco, un po’ perché eventi del genere sono ancora (purtroppo) una goccia nel mare della superficialità. Proprio per questo dobbiamo alzare il volume, non solo sulla pista.
Articolo di Andrea Desideri