Com’è dura raggiungere la propria città per le feste: la denuncia in prima persona di una viaggiatrice in carrozzina
Se Parigi avesse lu mare sarebbe ‘na piccola Bare”. Questo si dice sul capoluogo pugliese eppure, ben altre sono le differenze tra Bari e la capitale della Francia, a cominciare dal fatto che, a Parigi, le persone che utilizzano una carrozzina non vengono lasciate a terra!
Il fatto è accaduto a chi scrive lo scorso 23 dicembre: partita dalla stazione ferroviaria di Roma Termini e discesa a Bari Centrale con la mia carrozzina elettronica, nessun mezzo pubblico era disponibile per condurmi a casa della mia famiglia d’origine per trascorrervi il Natale.
Avendo collezionato esperienze di malaccessibilità e volendo viaggiare, ho pianificato il viaggio contattando l’assistenza ai passeggeri con ridotta mobilità di Trenitalia con quarantott’ore d’anticipo (il tempo minimo necessario è di un giorno: una persona con disabilità motoria, in Italia, non è libera di prendere il treno all’ultimo momento e in casi d’urgenza), affinché le stazioni mi mettessero a disposizione il loro carrello elevatore, predisposto per imbarcare o sbarcare le carrozzine dal treno.
Fin qui, tutto è andato bene, ma soltanto perché Roma Termini e Bari sono grandi: se avessi dovuto scendere o salire ad una fermata intermedia, da una stazione piccola, con la carrozzina non avrei potuto farlo perché il servizio d’assistenza ai viaggiatori con ridotta mobilità, in Italia, è talmente lacunoso da non disporre di sufficienti operatori per le fermate tra una grande città e un’altra.
Ma torniamo a Bari, la mia città natale, dove il carrello elevatore c’era ed il personale per i passeggeri con ridotta mobilità è stato efficiente e puntuale, almeno questa volta: tre anni fa, sullo stesso treno, alla stessa fermata, non trovai gli addetti e furono altri passeggeri ad aiutarmi a scendere. Questa volta sono riuscita a scendere alla fermata giusta, ma non potendo raggiungere la casa in paese dei miei parenti, essendo su una carrozzina, avrei dovuto attendere un autobus predisposto di rampa o sollevatore elettrico. Infatti, la Sita (Servizio di trasporto pubblico extraurbano), quand’era stata contattata da un mio familiare per prenotare un bus di questo tipo e ad una data ora alla mia fermata, aveva risposto che il servizio di prenotazione non c’è, che il passeggero disabile aspetta alla fermata il mezzo che, se ha un carrello, gli permetterà di salire… E si fa subito sera mentre aspetta e spera che arrivi la vettura giusta, perché a Bari, è più facile vincere la lotteria che salire su di un bus con una carrozzina.
Non potendo affidarci nemmeno ai taxi, la mia famiglia ed io siamo stati costretti a ricorrere ad un servizio di trasporto privato dedicato, facendoci carico di tutte le spese. C’è venuta incontro un’associazione, la Pubblica Assistenza Murgia Soccorso, che si occupa di trasporto di persone con disabilità fornendo furgoncini ed ambulanze con relativi conducenti, richiedendo 90,00 euro per percorrere circa 25 Km.
Tutto questo accade perché a Bari, e in quasi tutte le città del centro-sud, si crede ancora che la mobilità delle persone con disabilità motorie debba essere un fatto eccezionale, legato soprattutto a ragioni lavorative e sanitarie. Per i residenti c’è un servizio di trasporto fornito dal Comune di Bari, non utilizzabile per raggiungere luoghi diversi da scuole, ospedali, ambulatori medici e posti di lavoro. Se hai una carrozzina, puoi tentare la sorte attendendo l’autobus giusto (quello munito di pedana), tanto seduto alla fermata ci sei già.
Bari non è Parigi e Parigi non è Roma. In Francia, da bambina, ricordo che bastava premere un pulsante esterno alla porta centrale degli autobus per azionare una rampa elettrica. In Italia centro-meridionale, quarant’anni dopo, abbiamo rampe manuali (se va bene) e marciapiedi impraticabili con le carrozzine: Villa Pamphili come l’Extramurale Capruzzi, con la segnaletica stradale e gli alberi piantati al centro del marciapiede a restringere lo spazio per passare. Con gli autobus o i treni e la carrozzina non è possibile raggiungere la provincia, le piccole stazioni ferroviarie prescelte dei Castelli Romani oppure la Murgia.
Rivolgo un invito personale ai sindaci di Roma e Bari, Gualtieri e De Caro – quest’ultimo presidente dell’Anci ed ingegnere –: finite le feste, cominciate ad occuparvi di infrastrutture, trasporti e barriere architettoniche con la stessa serietà dei francesi o di altri paesi europei.
(Giuseppina Brandonisio)