Da sempre le celebrità come attori, cantanti e, più in generale, personaggi dello spettacolo hanno la possibilità di poter esprimere la loro opinione di fronte ad un vasto pubblico ed esporre il proprio punto di vista con la certezza che esso farà il giro del mondo. Questo è quanto successo a Meryl Streep, quando l’8 gennaio ha pronunciato un sentito ed emozionante discorso in occasione del Cecil B. DeMille Award, il premio alla carriera vinto alla 74° edizione dei Golden Globes 2017, una delle più importanti cerimonie di premiazione dedicata a film e programmi televisivi.
L’attrice, molto famosa e amata, tanto da aver ricevuto numerosi riconoscimenti nella sua vita, aveva già reso noto il suo favoritismo per Hillary Clinton durante le ultime elezioni presidenziali statunitensi, e in questa occasione si è lanciata in un discorso insolito, dilungandosi in opinioni politiche e prendendo una posizione netta. Streep infatti ha iniziato rivolgendosi direttamente a stampa, stranieri e Hollywood, ritenendole le categorie più diffamate in America: un gruppo di stranieri che provengono dai più disparati luoghi. La star ha poi proseguito ricordando uno spiacevole episodio: «Il lavoro di un attore è entrare nella vita di persone diverse da noi – ha dichiarato l’artista nel suo intervento – e farvi vivere ciò che provano loro e ci sono state così tante performance quest’anno che hanno fatto proprio questo, ma ce n’è stata una in particolare che mi ha colpito, ma non in senso buono, ma ha raggiunto il suo scopo: far ridere il pubblico. È stato il momento in cui la persona chiamata a sedersi nel posto più rispettato del nostro Paese ha fatto l’imitazione di un reporter disabile, una persona che non poteva difendersi. Questo mi ha spezzato il cuore e non riesco a non pensarci perché non era in un film, ma era vita reale e questo istinto a umiliare, a bullizzare, quando viene da qualcuno potente sembra dare il permesso ad altre persone a fare lo stesso». In questo estratto, Meryl Streep fa chiaro riferimento al neo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, seppur senza mai nominarlo esplicitamente, e alla sua deplorevole imitazione del giornalista del New York Times, Serge Kovaleski, affetto da una malattia genetica che provoca rigidità articolare, l’artrogriposi. La politica di Trump ha sempre preso forti posizioni contro donne, immigrati, stranieri e persone con disabilità, e proprio quest’ultime sono il fulcro dell’evento riportato dall’attrice sul palco.
Ripercorriamo i fatti: nel lontano 9 settembre 2011 venne ipotizzato che migliaia di mussulmani avessero festeggiato l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Proprio Kovaleski (tra le altre cose, vincitore di un premio Pulitzer), in un articolo pubblicato sul New York Times, aveva scritto in merito: «Le autorità hanno arrestato e interrogato un certo numero di persone accusate di festeggiare gli attacchi e fare delle feste sui tetti mentre guardavano la devastazione dall’altra parte del fiume». Qualche mese fa, durante un comizio in North Carolina per la corsa alla Casa Bianca, Trump sollevò la questione e, con l’occasione, prese in giro lo stesso reporter: «Dopo l’attacco alle Torri Gemelle, [Kovaleski] scrisse che gli arabi d’America festeggiarono, ma oggi dice di non ricordare bene quell’articolo. Povero ragazzo. Dovreste vederlo: ‘Ehm, non so cosa ho detto. Non mi ricordo’», agitando le mani e mimando le difficoltà motorie del giornalista provocate dalla sua malattia.
Ma se Trump non ha avuto scrupoli nei confronti di Kovaleski, non ha perso tempo nemmeno nel rispondere al discorso di Meryl attraverso Twitter: «Meryl Streep, una delle attrici più sopravvalutate di Hollywood, non mi conosce, ma mi ha attaccato comunque la scorsa sera ai Golden Globe. È una leccapiedi di Hillary che ha straperso. Per la centesima volta, non ho mai ‘preso in giro’ un giornalista disabile (non lo farei mai) ma ho solo mostrato come ‘strisciava’ quando ha cambiato versione su un articolo che aveva scritto 16 anni fa solo per mettermi in cattiva luce. I soliti media disonesti!». Questo dibattito ha suscitato scalpore sul web che si è immediatamente proteso a fianco dell’attrice e della sua umanità. Gente comune, di tutto il mondo, anche chi raramente viene a contatto con la realtà delle persone con disabilità, ha espresso solidarietà per l’accaduto, additando parole e gesti del presidente americano come irrispettose e offensive, schierandosi invece a favore di una causa significativa che oggi fa notizia, ma domani verrà dimenticata, mentre dovrebbe essere sostenuta ogni giorno.
Meryl Streep, one of the most over-rated actresses in Hollywood, doesn’t know me but attacked last night at the Golden Globes. She is a / Hillary flunky who lost big. For the 100th time, I never “mocked” a disabled reporter (would never do that) but simply showed him / “groveling” when he totally changed a 16 year old story that he had written in order to make me look bad. Just more very dishonest media!
‹— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 gennaio 2017›
Per citare ancora il discorso di Meryl Streep: «Mancanza di rispetto porta mancanza di rispetto, la violenza genera altra violenza. Quando i potenti usano la propria posizione per mettere altri a disagio perdiamo tutti. Questo mi porta alla stampa: abbiamo bisogno che la stampa ci sia per ogni oltraggio, per questo i nostri fondatori istituirono la stampa e la sua libertà. Per questo chiedo alla stampa estera di continuare ad andare avanti, perché noi abbiamo bisogno di loro e loro di noi per salvaguardare la verità».
Articolo di Benedetta Orioli