A Castrovillari, nel cosentino, vengono arrestati cinque giovani, due dei quali minorenni, accusati di incendio e violazione di domicilio ai danni di un invalido civile con problemi psichici
I carabinieri di Castrovillari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale, su richiesta della locale Procura, nei confronti di tre persone accusate di incendio e violazione di domicilio. Inoltre, su disposizione del Gip del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, i militari hanno dato seguito alla misura cautelare del collocamento in comunità, per gli stessi reati, nei confronti di altri due minori.
I componenti del branco, dopo essere entrati nell’edificio, si sono allontanati velocemente a piedi. Prima di incendiare l’abitazione sono entrati in casa, approfittando della porta d’ingresso non perfettamente chiusa, e hanno gettato dell’acqua addosso al disabile che stava dormendo. L’uomo si è svegliato ed è riuscito a fuggire prima che lo stabile prendesse fuoco. Non era la prima volta che l’uomo subiva simili vessazioni.
L’episodio riporta alla mente i fatti di Manduria, che l’anno scorso hanno avuto come bersaglio Antonio Stano, sessantaseienne con disturbi psichici, morto dopo diciotto giorni di agonia a causa di diverse aggressioni e pestaggi subiti dalla banda degli “orfanelli” (nome del gruppo WhatsApp dove il branco condivideva i video delle persecuzioni al disabile e progettava nuove spedizioni punitive ai danni dello stesso).
Di qualche giorno fa, inoltre, la notizia di una violenza subita da una quindicenne sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro da parte di tre minorenni.
Sul preoccupante fenomeno dei giovani violenti, si è espresso lo psichiatra italiano Paolo Crepet, che afferma: “La problematica deve essere gestita prima di tutto nella realtà familiare”.
“I genitori di oggi – sottolinea Crepet - sono incapaci di dire no, soddisfano in tutto e per tutto i desideri dei figli, i quali, alla fine, non sono più in grado di sognare. Al primo rifiuto, che può giungere da parte di un insegnante, di un probabile fidanzatino o fidanzatina, la rabbia dei giovani esplode, perché mai abituati a fare pace con il ‘no’”.
(Giuseppe Franchina)