Cosa possiamo imparare, anche stando a casa, durante questo periodo così difficile?
Stiamo vivendo giorni davvero strani. I ragazzi e le ragazze del Servizio Civile sono a casa perché l’esperienza di Servizio Civile è sospesa per via di questa epidemia. Anche le nostre vite sembrano sospese. Uffici, università, scuole, bar, locali, cinema, teatri: tutto chiuso.
Comunque anche in questa situazione anomala può esserci uno spazio di apprendimento che fa da eco ai valori proposti ai giovani attraverso il Servizio Civile. Ne abbiamo elencati alcuni in maniera più o meno disordinata: possono essere spunti di riflessione per trasformare questo periodo di arresto in qualcosa che ci permetterà di andare avanti con più consapevolezza.
Responsabilità
Responsabilità intesa con “Respondere”. L’altro mi chiede di rispondere con comportamenti responsabili. La covid-19 ci costringe a riflettere sulle conseguenze di ciò che facciamo, ci costringe a prestare più attenzione anche alle piccole cose. Assumono importanza in questo momento cose semplici come lavarsi spesso le mani, mantenere la distanza di sicurezza, restare a casa eccetera. Probabilmente, domani saremo in grado di essere più attenti perché sapremo che quello che facciamo o che non facciamo ha delle ripercussioni: su gli altri, sul territorio, sull’ambiente e su chi verrà dopo di noi.
Interdipendenza
Per quanta distanza possiamo mettere tra noi e il mondo, tra noi e gli altri, comunque siamo tutti collegati da un unico destino. Esiste una sola terra e una sola umanità. Il virus lo rammenta a tutti noi brutalmente. Dovremmo ricordarcelo pure quando piantiamo semi buoni negli altri, quando doniamo il nostro tempo e le nostre energie per una causa giusta: anche questi elementi possono propagarsi e diffondersi in maniera esponenziale.
Solidarietà e Politica
Il coronavirus ci insegna che non ci si salva da soli. Anni fa Don Lorenzo Milani scriveva : “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”. Se abbiamo la consapevolezza di un’appartenenza comune e la coscienza che condividiamo gli stessi interessi, allora occorre aiutarci l’un l’altro senza lasciare nessuno da solo ad affrontare le avversità della vita”.
Cooperazione
Ognuno deve fare ciò che è bene per sé e ciò che è bene per gli altri. È la logica win-win: se perderà qualcuno, perderemo tutti; se vinceremo, vinceremo solo insieme!
La “giusta distanza”
La covid-19 ci costringe a mettere un confine tra noi e gli altri. Ma qual è la linea di demarcazione che in genere non dobbiamo superare? Magari domani saremo più consapevoli di quali sono i nostri limiti e inizieremo a domandarci qual è la distanza giusta per l’altro.
Essenzialità
Questo stato di emergenza ci offre la possibilità di darci delle priorità. Cosa possiamo rimandare e cosa è invece davvero importante. Riduce all’essenza la nostra vita, le nostre relazioni.
Relazioni
Oggi sembra di vivere un contrappasso di un girone post-moderno dell’inferno dantesco. Il nostro peccato è stato quello di pensare che tramite smartphone e social si potessero surrogare le relazioni. L’epidemia ci ha condannato ad utilizzare solamente questi strumenti per rimanere in contatto con qualcuno che magari abita a soli 200 metri da noi. Oggi ci manca un abbraccio, un bacio, una stretta di mano. Un caffè o una birra con gli amici.
Nonviolenza
La malattia è una forma di violenza, così come il dolore e la perdita. Al cospetto di questo male abbiamo le stesse possibilità di scelta che possediamo quando affrontiamo altri mali, altri tipi di violenze e ingiustizie. Possiamo scegliere se cedere e far emergere quelli che sono gli istinti più terribili: l’egoismo, l’odio, l’indifferenza, la rassegnazione; oppure possiamo trovare il modo di trasformare e superare questa violenza riaffermando con forza la nostra umanità. Occorrerà subito ridefinire le politiche e le azioni che riducano la violenza e facciano crescere la giustizia nelle relazioni e nella nostra società.
Le persone prima dell’economia
Di fronte a questa emergenza, i tagli avvenuti negli ultimi anni alla sanità, alla ricerca e al welfare, in nome dell’economia di bilancio, mostrano a tutti la loro barbarie. I malati, le persone con disabilità e quelle più fragili ne sono da tempo coscienti perché hanno pagato sulla propria pelle le conseguenze di questa politica. La carenza dei posti letto di terapia intensiva, la chiusura di ospedali, la scarsità di personale medico e sanitario costringe a scelte spietatamente drammatiche. Come in periodi di guerra occorrerà orientare le cure verso chi ha più possibilità di sopravvivenza. Abbiamo sacrificato in nome dell’economia la vita di tante persone. Oggi nel giro di poche settimane sono migliaia le vittime, ma in questi anni sono stati centinaia di migliaia i morti invisibili che non hanno trovato cure adeguate.
La vita e le patate di Rogers
Lo psicologo umanista Carl Rogers racconta del sacco di patate riserva per l’inverno, tenuto chiuso in cantina al buio, che in condizioni del tutto avverse riesce però a germogliare e a dirigere i suoi getti verso uno spiraglio di luce. Pur se non avrà la possibilità di svilupparsi al meglio, cerca incessantemente e a modo suo la vita. Anche durante questo periodo di fermo, sappiamo che la vita va avanti! Ce lo insegnano ogni giorno le persone con disabilità neuromuscolare che cercano nonostante i presupposti potenzialmente sfavorevoli di vivere al meglio la propria vita.
I prossimi giorni saranno forse ancora più pesanti e occorrerà dimostrare tutta la nostra capacità di affrontare le difficoltà con fiducia e voglia di uscirne. I bambini continuano a ripetere che “andrà tutto bene“, ma noi adulti sappiamo che non basta affidare il nostro futuro ad una semplice formula magica. Occorrono scelte concrete, responsabili e di giustizia. Domani, sconfitto questo mostro, continueremo a lottare contro altri mostri, forse con più consapevolezza e determinazione, rafforzati da questa esperienza che ci ha visti come umanità tutti insieme.
Articolo di Massimo Guitarrini