Martedì 30 Settembre, durante la puntata di “Ai Confini Del Mondo“, abbiamo avuto ospite ai nostri microfoni Morena Burattini, direttrice della Monlus, Associazione che mette al centro del proprio operato le persone affette da disabilità visiva. La puntata ha avuto grandi ascolti ma c’è stato qualche problema con il programma di registrazione. Infatti l’intervista è stata salvata per metà e purtroppo il podcast non è completo. La redazione così ha pensato di concedere uno spazio alla Monlus nella sezione Magazine, un po’ per scusarci, un po’ per incentivare e sottolineare un progetto ambizioso che Morena sta portando avanti. Vi proponiamo, quindi, l’intervista scritta a Morena Burattini, la quale ci parla non solo della sua Monlus, ma anche del suo pensiero riguardo alla tutela delle persone con disabilità, alla società e alle arti che possono migliorare la vita di tutti.
Morena Burattini, partiamo da un concetto linguistico: esiste una reale differenza tra non vedente e cieco?
Entrambe sono più che corrette, se vogliamo, la prima è più delicata, urta meno la sensibilità del parlare quotidiano.
Lei è direttrice dell’Associazione Monlus. Ma di cosa si tratta e che servizi offre?
E’ un’Associazione che attraverso svariate attività vuole trovare dei punti d’incontro tra le persone disabili visive e le cosiddette persone normodotate, ossia quelle persone senza nessuna forma di disabilità. Quindi attraverso integrazione e socializzazione, facendo attività che si fanno quotidianamente, proviamo ad abbattere le frontiere della diversità, che ancora persistono purtroppo nella nostra società. Ci si prova, non è detto che ci si riesca del tutto, ma anche quel poco è una grandissima vittoria.
Arte, spettacolo e sport sono i tre principi cardine di questa Onlus, aspetti diversi e vicini allo stesso tempo. Come mai si è scelto questo terzetto?
Facendo io in prima persona sport, e musica, ho voluto incentrare su quello che conoscevo meglio. Poi sono un terzetto di forma d’arte come piace definirle a me, che sono di vita comune. Almeno una volta ognuno di noi ha provato sicuramente a fare una di queste attività. Arte è spettacolo, sport è cultura. Sono i principi su cui si basa la Monlus.
Focalizziamoci per un momento sul tema della disabilità visiva. Che voto si sente di dare alla società nell’impegno per la diffusione e la sensibilizzazione di questa tematica?
E’ una domanda molto complessa, la società non dico che si impegna in tal senso: ci prova! Talvolta un po’ ci riesce, ma il più delle volte arranca e fa fatica a capire, accettare, dare fiducia, ma soprattutto a considerarci davvero tutti sullo stesso livello.
In cosa si dovrebbero impegnare i vari Comuni per migliorare l’accessibilità in città per le persone con disabilità visiva?
In primis consultare di più le Associazioni di categoria e quindi i fruitori finali a cui sono destinate le accessibilità. Sicuramente un Comune più attento alle persone disabili, in generale, sarebbe un Comune che tiene ai propri cittadini.
Oltre ad essere direttrice della Monlus, è anche una campionessa nello sport dello sci alpino e del nuoto, e recentemente ha partecipato a dei corsi di nuoto subacqueo. Come nasce il desiderio di cimentarsi nello sport agonistico?
Tutto quello che faccio, lo faccio esclusivamente perché mi piace, e non perché debba dimostrare nulla a nessuno. L’agonismo è venuto in modo spontaneo senza quasi accorgermene.
Per non farci mancare nulla, lei è anche una cantautrice. Come nasce la passione per il canto e che valore ha la musica per Lei?
La passione per la musica in generale, è cominciata da piccola: ho cominciato a suonare la chitarra. Poi il canto ha prevalso sul resto. Potersi esprimere con lo strumento della voce è fantastico. Poi da quando ho cominciato a scrivere, mi si è aperto un mondo. Mi devo ritenere fortunata, non è da tutti poter esprimere ciò che si pensa, soprattutto poi aver la possibilità che il mio pensiero possa essere ascoltato e condiviso! Che dire? È fantastico.
Quale messaggio si sente di lanciare nei confronti di quelle persone che, a causa dei propri limiti fisici e psicologici, restano chiuse in casa per paura di provare?
Prima di tutto mi sento di dire alle famiglie di queste persone di aiutarle, spronarle. L’aiuto dei propri familiari è fondamentale. Se questo viene meno, sicuramente è più difficile decidere di affrontare il mondo e di conseguenza, quello che esso ci offre. Però mi sento anche di dire che bisogna armarsi di coraggio e provare. Solo dopo provato una qualsiasi cosa si può dire che non ci piace.
In chiusura d’intervista, quali sono i recapiti della Monlus?
L’e-mail è presidente.monlus@gmail.com, e su Facebook esiste il gruppo pubblico Monlus. Il sito invece è in fase di allestimento.
[...] Questa storia inizia circa tre anni fa, quando invitai Morena Burattini a Ai Confini del Mondo, programma che conducevo con Daniele Risa su Radio FinestrAperta. Lei, non vedente, campionessa paralimpica, direttrice della Monlus, cantante, partecipò in veste di rappresentate della categoria delle persone con disabilità visiva. Personalmente, era anche la prima volta che parlavo di questo argomento in radio. In quell’occasione si produsse un breve podcast ed un’intervista scritta. [...]