In tempi di crisi di valori, e di denaro, cosa può aiutare a migliorare, se non addirittura a far nascere, una maggiore consapevolezza e coscienza sociale? La tv, da sempre usata come arma pedagogica (anche se negli ultimi anni ha visto una grandissima discesa in questo ruolo), può offrire spunti di riflessione sui temi del Terzo Settore, in particolar modo sulla disabilità.
Dal 2013 le reti Mediaset (prima Italia 1, oggi Italia2) trasmettono una serie tv dedicata al mondo dell’università e dei college americani: “Community”. Protagonista un gruppo di studio formato da personaggi alquanto bislacchi: si passa da un ex avvocato narcisista, ad una ragazza casa e chiesa, per passare ad un imprenditore anziano e razzista. Ma tra tutti spicca la figura di Abed Nadir, interpretato dall’attore Danny Pudi, un ragazzo amante delle serie tv tanto da citarle sempre durante le varie scene di vita quotidiana da studente. La caratteristica principale però che rende questo personaggio “speciale” è la Sindrome di Asperger, da cui è affetto: nel corso delle puntate questo lato sarà sempre più marcato, visto che Abed mostra difficoltà nel legarsi emotivamente agli altri componenti del gruppo, rivelandosi apparentemente freddo e privo di emozioni.
La realtà sociale di una persona con Sindrome di Asperger, o con qualsiasi forma di autismo, è difficile da spiegare, soprattutto perché oggi la disabilità non è un argomento all’ordine del giorno. E allora perché non rappresentarla attraverso una Serie Tv? Sono molti gli spunti che Community consegna al pubblico per riflettere sul mero concetto della diversità.
Abed ha una personalità molto spesso usata come perno del gruppo. E’ il ragazzo autistico a giungere prima a conclusioni di problemi complessi, aiutando nella preservazione e conservazione del gruppo. L’amicizia con Troy, un ex quarterback testimone di Geova, posiziona questo personaggio su una scala più alta rispetto agli altri: è sempre Abed infatti a creare idee e a dare nuovi spunti per ogni puntata (città fatte con delle coperte e dei cuscini, la stanza dell’Immaginatorium ecc..), portando addirittura a creare un conflitto con lo stesso Troy, reo di sentirsi sottovalutato ed oscurato da Abed. Sebbene i due abbiano caratteri nettamente diversi, c’è solo un particolare ad unirli: l’amore per i telefilm.
Ma a dare risalto a questo personaggio è un test di psicologia. In una puntata dedicata ad Halloween, Britta Perry, una studentessa che cerca di riportare la sua vita sui giusti binari, decide di sottoporre il gruppo ad un test. Dopo aver scansionato più volte i risultati, salta fuori che tra i sette componenti del gruppo, solo uno può essere considerato stabile mentalmente. I sette decidono di non scoprire chi sia l’unica persona “stabile” della community, ma la scena finale rivela ai telespettatori che tra i vari protagonisti, l’unico ad aver ottenuto questo risultato è stato proprio Abed.
Cosa significa questo? La diversità è un concetto relativo. E’ vero, le persone con disabilità sono diverse, ma nel senso che hanno esigenze diverse. Bisogna ricordarsi che quando si parla di disabili, si parla in primis di una persona. E che sia Sindrome di Asperger, sia Sla o sia Distrofia Muscolare, bisogna includere ogni tipo di persona ci si presenti davanti. Come in una Community!