Da quando siamo a scuola agli anni della terza età, sono tanti i campi di applicazione delle tecnologie assistive
L’informatica può migliorare sensiblmente la vita delle persone quando si presentano delle limitazioni o quando diventano anziane.
L’Asphi è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale, che dal 1979 scommette che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possano essere usate per favorire l’inclusione delle persone con disabilità in tutti i contesti della vita, dalle problematiche della vista e dell’udito per passare poi alle disabilità motorie e quelle cognitive, i disturbi dell’apprendimento (dislessia, discalculia) o del comportamento (autismo).
Ma gli ambiti in cui le tecnologie assistive rivestono un ruolo sociale, vanno oltre il mondo della disabilità. Recentemente ci si è concentrati sulle persone immigrate per la loro scarsa padronanza della lingua italiana, ma anche sugli anziani, più facilmente esposti ai disagi.
Altro ambito di applicazione è quello della scuola. Sempre l’Asphi dedica molta attenzione al tema dell’inclusione scolastica perchè la scuola è la prima occasione per molti bambini con disabiltà per relazionarsi con gli altri e mettere in gioco le proprie capacità. L’approccio di Asphi è quello della ricerca e azione, usando computer e tecnologie assistive che diventano di supporto ai bambini con bisogni educativi speciali, mediante l’introduzione nelle aule di lavagne interattive multimediali e poi di tablet, tavoli tattili, cloud computing. I progetti realizzati negli ultimi anni per i bambini con problemi di apprendimento, hanno coinvolto quattordici regioni e 3mila allievi.
Il triennio sperimentale del progetto legato a informatica e apprendimento è stato molto positivo, tanto che le scuole hanno chiesto di poterlo replicare e di poter continuare a utilizzare i materiali tecnologici provati.
(Alessandro Fontanazza)