Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini. Un ragazzo che è diventato popolarissimo grazie alla cucina in televisione, fin qui nulla di strano, anzi come da copione, visto che ormai l’arte culinaria in tivù sembra essere un must. Ognuno di noi aspetta questa o quella ricetta in particolare, detta dal cuoco di turno all’ora prestabilita. Siamo tutti figli – mediaticamente parlando – della Clerici ma Rubio, a differenza di suoi colleghi, non ha aperto le porte della cucina nel tubo catodico, ha spostato la cucina in strada venendo ripreso (e non nel senso di redarguito). Ha portato in auge quella tendenza che americani e anglosassoni definiscono ‘Street Food’, morale: gira l’Italia e il mondo alla ricerca di sapori, vizi e virtù culinarie, con quella genuinità frascatana che l’ha reso anche un sex symbol. Infatti, il buon Rubio, col suo “Unti e Bisunti” si è guadagnato la compiacenza del pubblico femminile d’ogni età: beniamino delle ragazze, cocco delle nonne ed esempio da seguire per i ragazzi. In tutto ciò, anche tanto impegno sociale: si batte per evitare lo spreco alimentare ed è attento alle tematiche del Terzo Settore (disabilità, integrazione sociale, situazione carceraria e tanto altro). Proprio per questa sensibilità, oltre che per indubbie competenze, è stato nominato Chef Ufficiale di Casa Italia alle Paralimpiadi di Rio 2016 (che si terranno dal 6 al 17 settembre). Grande sostenitore FinestrAperta, si è prestato alle nostre domande con simpatia e disponibilità.
Rubio, ti ritroviamo dopo qualche tempo, ora sei lo Chef di Casa Italia alle Paralimpiadi di Rio. Come ti stai preparando e soprattutto cosa preparerai?
Mi sto preparando mangiando bene e cercando di stressarmi il meno possibile a lavoro nonostante i diversi progetti che ho in ballo. Ho qualche idea ma non ho nulla di certo in mente. Al momento siamo in fase di pianificazione logistica e strutturale perché la cucina è in costruzione nella Rochina e gli spazi adibiti si devono adattare alla struttura che è di piccole dimensioni. Con il supporto di Fernanda, una cuoca di Sao Paolo e Eddy Edgardo Fontana mio amico miscelatore so che faremo un buon lavoro e faremo passare delle belle serate a ospiti e atleti.
Tu hai un rapporto col cibo particolare: intendi la buona cucina come nutrimento per il bene di tutti, ci fai capire meglio la tua prospettiva in merito?
Il cibo, quello buono, deve esser accessibile a tutti. E’ la prerogativa del bisogno primario di nutrirsi e del convivio. Quindi con me non ci sono barriere culturali e vorrei che fosse così con tutti. Auspico che i principi primi per cui una persona vocata alla cucina, ossia quelli di servire sollazzare ed emozionare, possano arrivare a tutti.
Come va con la Lis?
Ora ho interrotto le lezioni perché sono sommerso di lavoro. Appena finisco torno a far lezioni con la mia Coach Deborah Donadio. Un mondo incredibile che racconta le cose e le persone in maniera vera e intima.
Sei ‘salito in cattedra’ a Parma lanciando la prima Street Food Academy, come è nata questa collaborazione e cosa devono avere gli aspiranti Chef per sfondare?
Nasce dalla volontà di dare la possibilità concreta a persone giovani e meno giovani di reinventarsi e riscattarsi in un mondo che non offre molte chances. Non è detto che sfonderanno ma costruiranno un percorso di vita e umano che li porterà sicuramente a eccellere nella cosa che più amano.
Cracco fa le pubblicità, tu i video con gli Actual. Secondo te, l’esposizione mediatica quanto danneggia o favorisce le competenze culinarie? Non c’è il rischio di venir sottovalutati in un senso o nell’altro?
Ahahaha ma va. So quanto valgo e cosa posso dare e dire. Quel video per me è stato oltre che un piacere e un onore visti i risultati, un modo per esprimere un messaggio di scetticismo verso l’ossessione social del food e lo svilimento del cibo. L’idea è nata con Lorenzo e Leo, gli Actual, a San Lorenzo per caso in un negozio di amico in comune. Ci siamo divertiti, lanciato un messaggio e celebrato un ottimo prodotto del cinema italiano.
Unti e Bisunti presto sarà un film, credi che possa accattivare il pubblico cinematografico quello che nasce come un format televisivo?
Più che un film si tratta di un puntatone speciale che acquisisce più i toni della magia e della fiaba. Tutto ciò che viene raccontato con passione e competenza guadagna consensi , quindi posso dirti che i fedelissimi rimarranno soddisfatti e i nuovi sorpresi.
Ci parli della collaborazione con Costantino della Gherardesca?
Strabiliante vederlo lavorare! Dal modo che ha di affrontare la camera, alla facilità in chiusura comica delle sue arringhe, e’ stato per me un motivo di crescita e di piacere poter lavorare con lui.
Adesso hai anche il sito nuovo, ti vediamo molto attivo sul Web, come convivi col disagio di alcuni fan troppo invadenti?
Li ignoro quando posso, quando mi si parano di fronte in maniera educata faccio valere le mie ragioni, ma quando esagerano e sono irrispettosi nell’invadenza allora o li elimino dai contatti oppure gli rispondo per le rime.
Ti batti molto per evitare lo spreco alimentare, tutto si può riutilizzare: dacci qualche dritta, un piatto ‘riciclabile’ per eccellenza.
La pasta. Se avanza, ci fai la pasta ripassata in padella. Nella malaugurata ipotesi dovesse avanzare ancora, diventa frittata.
Cucinare per qualcuno significa capire le esigenze di chi mangia, come procedi alla preparazione dei piatti quando hai a che fare con atleti – come nel caso di Rio- ?
Io faccio sempre e solamente ciò che piace a me e mi diverte condividerlo, donarlo. Farò lo stesso con loro, e quando li avrò conosciuti asseconderò molto volentieri le loro richieste.
Dicci qualcosa in più sul tuo futuro: dove ti vedremo da settembre in poi?
In TV ancora per un anno poi chissà… Cucina? Teatro ? Cinema ? Vedremo.
Articolo di Andrea Desideri