La ancora giovane avventura della Boccia in Italia fa un passo avanti, grazie al protocollo d’intesa firmato dalla Federazione Italiana Bocce e dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Il gioco delle bocce ha origini antichissime. Reperti archeologici ne testimoniano l’esistenza in Turchia già novemila anni fa. La versione contemporanea di questo sport è tutta italiana: ci si giocava nella Roma Antica, nel Medioevo, nel Rinascimento e fino ad oggi, con una diffusione ben presto globale. Inutile dirlo, tra i paesi più forti nel mondo, attualmente l’Italia occupa un posto di rilievo, se non addirittura il primo.
Da alcuni anni, alle varie categorie tradizionalmente legate al gioco delle bocce, se ne è aggiunta una nuova: la Boccia Paralimpica. Si tratta del noto sport, con le medesime regole e finalità, ma con una serie di varianti che ne permette la partecipazione di atleti con disabilità.
L’aspetto curioso è che, al contrario del percorso del tradizionale gioco delle bocce, che vede l’Italia come pioniere e diffusore della disciplina, con la Boccia paralimpica si sta facendo la strada inversa: la Boccia Paralimpica, infatti, è una realtà senz’altro giovane, ma già discretamente avviata all’estero, mentre nel nostro paese fatica a radicarsi. Attualmente esistono diversi club, soprattutto nel nord Italia, ma nella maggior parte delle regioni italiane la Boccia è pressoché sconosciuta.
Eppure questo gioco meriterebbe ben altra attenzione dalla comunità delle persone con disabilità, spesso impossibilitate a cimentarsi in un’attività sportiva. Come è noto, esistono molte discipline paralimpiche, praticate con soddisfazione e talvolta con successo da molti atleti con disabilità, ma per farlo sono spesso richieste capacità residue non da poco. La maggior parte degli sport su sedia a ruote, per esempio, richiede un utilizzo efficiente delle braccia. La Boccia, invece, è un gioco per tutti. Davvero: chi non può lanciare le sfere con le mani, può farlo con i piedi, con la testa, con un bastoncino; chi ha difficoltà a muovere gli arti, può utilizzare, per il lancio, degli speciali ausili manovrati da un aiutante secondo le sue istruzioni.
Insomma, alla Boccia Paralimpica possono giocare tutti, anche le persone con disabilità gravi. Ed è questo il motivo per cui l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Federazione Italiana Bocce (Fib), con lo scopo di promuovere e diffondere questo sport tra i membri dell’associazione. L’accordo è stato siglato il 29 ottobre nella sede del Comitato Italiano Paralimpico, tra Marco Rasconi (presidente nazionale della UILDM) e Marco Giunio De Sanctis (presidente della Fib), alla presenza di Luca Pancalli (Presidente del Comitato Italiano Paralimpico).
Questo protocollo è importante e benaugurante, ma la strada da fare è tanta: vanno coinvolti gli atleti, i tecnici, gli arbitri, create le squadre, composti i comitati, individuati i luoghi per gli allenamenti… Si tratta di un’avventura nuova, che potrà essere intrapresa da chiunque fosse interessato, uomo, donna, con disabilità o normodotato.
Per partecipare o richiedere informazioni, si può contattare la Fib (www.federbocce.it/contatti), che inoltrerà le richieste alle figure di riferimento. Nel territorio del Lazio, si può scrivere al referente del Comitato Regionale (manuel.tartaglia@hot-shot.com).
Chi volesse approfondire la conoscenza di questo sport e della filosofia che lo anima, può ascoltare i podcast di Radio FinestrAperta:
- Intervista a Mirko Garavaglia (giocatore della nazionale italiana Boccia) durante le Manifestazioni Nazionali UILDM 2018
- Intervista a Vincenzo Santucci (presidente della Fib Lazio) e Renato Salvi (coordinatore regionale arbitrario) durante la trasmissione Il Granello di Sale del 12 settembre 2018