Nelle giornate di primavera si vedono molti ragazzi che, appena un po’ di sole riscalda l’aria, corrono con una palla arancione a sottili strisce nere verso campi di pallacanestro vicino le loro case e cominciamo a cimentarsi in acrobazie, schiacciate e tiri da fuori area. Il Basket in Carrozzina ha permesso la diffusione della pallacanestro anche tra le persone con disabilità. Da qualche anno però è stata creata una seconda disciplina sportiva che include il basket e basa ancora di più i suoi principi di integrazione.
Nel 2001 la Scuola Media Virgilio di Cremona inizia un’attività extracurriculare, la quale comprendeva all’incirca 12 ragazzi, tra cui 5 diversamente abili. L’obiettivo principale di questo progetto era l’integrazione: fare dello sport la macchina principale e un gioco di squadra in cui si plasmavano varie abilità. Nasce con questi presupposti il Baskin (Basket Integrato), una disciplina sportiva cresciuta così tanto negli anni che nel 2006 ha visto la luce l’Associazione Baskin Onlus. Su vari siti online è possibile trovare il regolamento completo di questo sport (ad esempio http://digilander.libero.it/edfisicasr/archivio/Baskin_regolamento.pdf).
Il Baskin si basa sui principi della pallacanestro, ma le regole sono ovviamente riadattate: a partire dallo stesso campo, che mostra ai lati lunghi del rettangolo di gioco, due canestri bassi - segnalati da una mezza circonferenza di raggio 3 metri – oltre ovviamente ai consueti canestri standard. Il tempo viene leggermente ridotto: ci sono sempre i 4 tempi, ma ognuno di 8 minuti.
L’importanza e l’elevata capacità di integrazione del Baskin si notano soprattutto nella classificazione dei giocatori: a questo sport, infatti, possono giocare persone normodotate e con disabilità di ogni tipo. Si va dal livello 5 (normodotati) per arrivare al livello 1 (persona non in grado di muoversi, che staziona sotto il canestro basso con l’unico compito del tiro). La rilevanza di questi livelli è l’assegnazione ad ogni giocatore di uno o più compiti precisi che non solo aiutano a fortificare il concetto di gioco di squadra, ma creano affiatamento tra i vari giocatori in campo. In pratica si cerca di organizzare il gioco a seconda delle abilità di una squadra, sapendo sfruttare i punti forti di ognuno.
Il Baskin non porta solo notevoli benefici alle persone diversamente abili, ma anche ai normodotati: questa disciplina aiuta a conoscere un mondo che, al giorno d’oggi, è poco emerso ma, soprattutto, chiuso in stereotipi e ignoranza. Uno sport che, come il calcio, la pallavolo o il wheelchair hockey, ha sempre la stessa finalità: l’integrazione.