Da anni non viene finanziato il fondo che consente ai cittadini con disabilità di ottenere il rimborso per l’abbattimento delle barriere architettoniche nella propria abitazione
C’era una volta la Legge 13/1989. Tale normativa riportava “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. Si trattava – o meglio, si tratta, visto che la Legge è ancora in vigore – di un testo in cui si sancisce il diritto dei cittadini italiani con disabilità a vivere in un ambiente adatto alle loro specifiche esigenze, prevedendo tra l’altro una una serie di facilitazioni per giungere a tale scopo. Strumento principale previsto dalla Legge 13/1989 è il fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che concede contributi a fondo perduto per la realizzazione di interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche all’interno degli edifici residenziali privati e in quelli pubblici e privati utilizzati come centri per l’assistenza alle persone disabili. Le spese fino a 2.582 euro sono totalmente finanziate del fondo; se si supera questa cifra, e fino a 51.645 euro, la percentuale del contributo decresce per scaglioni di importo della spesa; l’ammontare massimo non può oltrepassare i 7.101 euro.
La Legge 13/1989 esiste ancora. Il problema è che il fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, da questa previsto, non sarà rifinanziato nel 2017. Il che è come dire: i cittadini con disabilità hanno il diritto a vivere in un ambiente privo di barriere architettoniche, ma non ci sono i soldi per abbattere gradini, comprare montascale, installare ascensori eccetera.
Il privato che necessita di adeguare il proprio spazio per renderlo accessibile dovrebbe abitualmente seguire questa procedura: invia la richiesta al Comune di appartenenza; questo raccoglie le domande e le invia alla Regione; quest’ultima quantifica l’ammontare del contributo pubblico da richiedere allo Stato. Il Comune si occupa anche del pagamento agli aventi diritto dei contributi statali, ricevuti tramite la Regione. La procedura per la quantificazione del fabbisogno deve essere eseguita sempre, anche in anni come questo, in cui la Legge di bilancio statale non stanzia il rifinanziamento del fondo.
Prima di incolpare l’attuale Governo di questa lacuna, per onore di cronaca dobbiamo ricordare che è dal 2001 che le Leggi finanziarie statali non rifinanziano il capitolo di bilancio della 13/1989. L’inadempienza, insomma, ha attraversato diverse legislature e indebolito una norma indispensabile per la qualità della vita di tanti cittadini con disabilità, che attendono di ricevere il rimborso per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche. D’altra parte, Comuni e Regioni stanno già iniziando a chiedere allo Stato di essere esonerati dal raccogliere le richieste di contributo dei cittadini, evitando così di generare in loro aspettative che non potranno essere soddisfatte.
Non resta che attendere una nuova manovra finanziaria, con l’auspicio che venga data priorità a questo capitolo di spesa rispetto ad altri, magari meno importanti.
Per approfondire: 1. il testo aggiornato della Legge 13/1989 dalla Gazzetta Ufficiale; 2. il punto sulla Legge dal sito web della Camera dei Deputati; 3 l’analisi di Raffaele Lungarella da lavoce.info.
Articolo di Manuel Tartaglia