Il film campione di incassi in tutto il mondo può essere goduto negli Stati Uniti anche dalle persone sorde
Greta Gerwig, l’ormai celebre regista dal marcato approccio femminista, ha consolidato la sua firma cinematografica con la sua ultima opera tanto particolare, quanto audace, Barbie, con Margot Robbie e Ryan Gosling. Il film, noto per aver messo in scena principalmente protagoniste femminili forti e autonome, è diventato simbolo di nuovi modi di pensare ed esprimersi. Una boccata d’aria fresca, un film simpatico e furbo, in cui la sua ultima produzione va oltre, decisa a promuovere l’inclusività anche attraverso la lingua dei segni americana (ASL).
Il personaggio di Barbie, caparbio e intelligente, si eleva ulteriormente in questa versione accessibile a chi ha deficit uditivi. La scelta di rendere Barbie accessibile in ASL è stata resa possibile grazie alla piattaforma streaming del canale HBO e di Discovery, che è presente negli Stati Uniti da poco, Max, e all’eccezionale interpretazione della traduttrice Leila Hanaumi. Durante il film, Hanaumi, onnipresente in un angolo dello schermo, traduce con maestria i dialoghi man mano che scorrono le scene, offrendo una dimensione ancora più inclusiva a una storia già intrisa di molti messaggi. Margot Robbie, l’attrice protagonista, ha elogiato apertamente l’interpretazione di Hanaumi, dichiarandosi sua fan in una recente intervista.
L’iniziativa di rendere il film fruibile anche per chi ha difficoltà uditive è un passo in avanti significativo. Il cinema, con il suo impatto culturale, sta abbracciando una rappresentazione più fedele della diversità umana. L’ASL si presenta come un ponte linguistico, colmando il divario tra il mondo cinematografico e chi utilizza questa lingua per comunicare.
La decisione di tradurre Barbie in ASL ha provocato riflessioni più ampie sulle diversità linguistiche. Margot Robbie, già competente nella lingua dei segni britannica, ha mostrato un impegno personale nei confronti di questa tipologia comunicativa. Infatti, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, esistono diverse lingue dei segni. Potrebbe sembrare che ogni lingua abbia la sua corrispondente lingua dei segni, ma la realtà è più intricata. In Italia, ad esempio, abbiamo la Lis (Lingua italiana dei segni); nonostante l’inglese britannico e l’inglese americano sia sostanzialmente la stessa lingua, la lingua dei segni si esprime con gestualità diverse. Coesistono quindi la ASL (American Sign Language) e la BSL (British Sign Language). Il film, per ora, porta unicamente la traduzione dei segni americana.
Un passo audace nell’era cinematografica moderna, ma che doveva per forza essere fatto a breve. Le storie coinvolgenti possono essere raccontate in tutte le lingue, comprese quelle dei segni.
(Angelica Irene Giordano)