Lo scorso 7 giugno si è svolta la Cerimonia di presentazione dei campus
A Roma apre il quarto campus estivo nazionale dedito all’avviamento della pratica sportiva per giovani dai sei ai venticinque anni con disabilità fisica, sensoriale e/o intellettiva. Nella Capitale è quindi stato presentato il Centro di Preparazione Paralimpica, un luogo sicuro e immersivo, che permetterebbe di praticare diversi sport, fra cui basket in carrozzina, bocce paralimpiche, weelchair tennis, scherma, canottaggio e tiro con l’arco per non vedenti. In tutto, saranno ventuno gli sport praticabili sotto la supervisione di tecnici qualificati.
Le altre tre sedi sono presenti da nord a sud, da Lignano Sabbiadoro (Centro Bella Italia), fino a Bari e Messina (Centro Sportivo Cus) e per ora pare abbiano avuto una buona adesione, di già più di trecento fra giovani e giovanissimi. Luoghi ottimi per permettere la cooperazione, la dedizione e la pratica dello sport per chi solitamente viene tagliato fuori dai centri sportivi classici, perché questi spesso non sono attrezzati adeguatamente per chi ha dei bisogni specifici.
È a Roma che il 7 giugno si è svolta la Cerimonia di presentazione dei campus. Nella giornata, hanno presenziato Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, l’arciere d’argento Stefano Travisani e la pongista bronzo a Tokyo, Giada Rossi. Presenti al via effettivo del 20 giugno, invece, Valentina Vezzali, la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con Delega allo Sport, e nuovamente Luca Pancalli. Entrambi estremamente soddisfatti per questa iniziativa, che si spera possa far nascere moltissimi atleti pronti alle competizioni paralimpiche.
Lo stadio Tre Fontane adibito per lo scopo, non è però esente da problemi: nonostante il progetto sia stato affidato al Comitato Paralimpico quindici anni fa dal Comune in una zona del quartiere Eur, non è stato ancora completato. È aperto, è agibile, ma per un piccolo problema burocratico, non finito. È qui che è intervenuta Vezzali, impegnandosi personalmente a risolvere il problema, perché è “un centro fondamentale soprattutto per lo sport di base, perché lo sport insegna che nella vita ci può essere una seconda opportunità”.
In questi giorni abbiamo parlato con i tecnici istruttori che si stanno occupando dei bambini e dei ragazzi e dalle loro parole, è palpabile il clima sereno e volenteroso presente fra loro ed i piccoli. Una vera e propria reciprocità di emozioni e bisogni, uniti da una forte passione in comune.
Ma le parole che racchiudono perfettamente il senso di questi Campus sono del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico:
Vogliamo dare una risposta concreta alla crescente domanda di sport, abbattendo quegli ostacoli – fisici, economici e organizzativi – che ancora oggi impediscono a tante persone con disabilità del nostro Paese non solo di praticare attività sportiva, ma anche solo di provare una disciplina sportiva. È il nostro modo per diffondere un’idea di sport come pezzo del welfare pubblico del nostro Paese e strumento di benessere, inclusione e integrazione”.
(Angelica Irene Giordano)