Stato dell’Asia, costituito territorialmente da una propaggine del continente asiatico, corrispondente alla parte terminale della penisola malese, e da una sezione insulare, formata da un vasto lembo del Borneo settentrionale, la Malaysia occupa una posizione geografica privilegiata. La sua collocazione (è posta infatti tra oceano Pacifico e Indiano) ha favorito fin dall’antichità gli scambi commerciali e culturali, attirando prima le popolazioni malesi provenienti dalla Cina meridionale, poi quelle indiane, da cui vennero mutuati anche usi politici e pratiche culturali e religiose, poi ancora i mercanti arabi, che resero prospere le terre e i porti sulle coste peninsulari. L’arrivo delle grandi potenze coloniali (i portoghesi prima, poi anche gli olandesi e gli inglesi) segnò l’inizio di un periodo di floridi commerci e di apertura mercantile sulle rotte per il vicino Oriente, ma coincise anche con l’avvio di massicci flussi immigratori verso il Paese, meta soprattutto di indiani, impiegati nelle piantagioni di caucciù, e di cinesi, attratti dalle possibilità di lavoro offerte dalle miniere di stagno dell’interno. Divenuta cosmopolita e multirazziale, la società malese ha dovuto affrontare alla fine del periodo di dominazione coloniale il difficile processo di costituzione politica, reso più delicato dal tentativo di comporre in un’unica identità nazionale una popolazione dalle origini etniche molto diverse. Nella seconda metà del Novecento, il governo del Paese ha cercato di seguire la via della modernizzazione, diversificando l’economia e liberandola dalla dipendenza dei prodotti coloniali, valorizzando nel contempo il processo di industrializzazione. I progressi raggiunti non sono stati sufficienti per sanare i contrasti tra le diverse componenti della popolazione, soprattutto quella malese e quella cinese, sfociati a più riprese in episodi di scontro e rivolta. La liberalizzazione economica ha reso comunque il Paese uno dei mercati più aperti del Sudest asiatico, capace di attrarre investimenti esteri soprattutto grazie alla competitività rappresentata dalla disponibilità di manodopera a basso costo.
La Malaysia è uno Stato federale (Federazione di monarchie costituzionali) nell’ambito del Commonwealth, costituitosi nel 1963, anno in cui vennero riuniti gli 11 Stati della Federazione della Malaysia, indipendente dal 1957, i territori di Sarawak e Sabah (già territori del Borneo britannico) e di Singapore, poi ritiratosi nel 1965. Dal 1966 la Federazione è ufficialmente divisa in due regioni: la Malaysia Peninsulare (Malesia), continentale, e la Malaysia Orientale, insulare, oltre a tre territori federati. In base alla Costituzione del 1957 i 13 attuali Stati membri, ciascuno dotato di proprie assemblee legislative e di propri organi esecutivi, sono retti da sovrani ereditari o da capi di Stato elettivi, che nominano nel loro ambito, ogni 5 anni, il capo supremo della Federazione. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento federale che si compone di due Camere: Senato (Dewan Negara), i cui membri, in parte nominati dal capo della Federazione, in parte eletti dalle assemblee legislative dei singoli Stati, durano in carica 6 anni, e Camera dei Rappresentanti (Dewan Ra’ayat) eletta per 5 anni a suffragio universale. Il potere esecutivo spetta al governo presieduto dal primo ministro, nominato dal capo supremo; il governo è responsabile davanti al Parlamento federale. Il sistema della giustizia in uso nel Paese si basa sulla Common Law britannica. Gli organi preposti all’amministrazione della giustizia sono: la Corte Federale della Malaysia, facente funzione anche di Corte Costituzionale, le Alte Corti del Borneo e della Malaysia, le Corti d’Appello e alcuni tribunali civili e penali di primo livello nelle località principali. Sono inoltre presenti alcuni tribunali religiosi. La pena di morte è in vigore. Le forze armate presenti nel Paese sono tripartite: esercito, marina e aviazione; sono presenti anche forze paramilitari. Il servizio di leva si effettua su base volontaria a partire dai 18 anni d’età.
Il sistema scolastico della Malaysia pur risentendo delle differenti origini etniche della popolazione, ha subito un graduale processo di unificazione a partire dal raggiungimento dell’indipendenza con l’obiettivo anche di fondere le varie nazionalità. L’istruzione impartita nel Paese è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 16 anni di età. La scuola primaria ha la durata di 6 anni; le lingue d’insegnamento sono il malese e l’inglese. Vi sono, inoltre, scuole di lingua cinese e di lingua tamil. Al termine della scuola elementare gli allievi possono scegliere tra corsi di scuole post-elementari, scuola media, scuola normale per la preparazione dei maestri, scuole tecnico-professionali e artigiane e la scuola secondaria nazionale. Tra le principali università quelle di Kuala Lumpur (Università malese, 1962; Università nazionale della Malaysia, 1970; Università tecnologica, 1972), l’Università scientifica di George Town (1969) e l’Università dell’agricoltura (1973) e gli istituti superiori universitari. La percentuale di analfabeti presenti nel Paese (8,1% nel 2007), non bassissima ma contenuta rispetto ad altre zone del continente, testimonia l’attenzione rivolta dal governo all’alfabetizzazione della popolazione, nonché l’impegno crescente del Paese nel favorire la crescita professionale degli abitanti.
Torna “Ai Confini del Mondo”, Andrea Desideri e i suoi compagni di viaggio arriveranno in Malesia alla ricerca dell’accessibilità: nella terra di Sandokan e la sua tigre come saranno messi dal punto di vista dell’integrazione sociale? Scopritelo in diretta sul nostro sito, a partire dalle 15.30, come ogni martedì.
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