La Corea del Sud è uno strano mondo a parte, basato sull’ambivalenza di evidenti contrasti tra tecnologia che avanza e tradizioni che, ugualmente, mantengono forte il loro radicamento al passato millenario. Il risultato sono città iper avanguardistiche come la futura Capitale Mondiale del Design 2010, Seoul, e villaggi di fango e terra con templi millenari a fare da cornice, a un passo da grattacieli e altissime torri. I Corean Village, diffusi un po’ ovunque nelle principali località del paese, sono testimonianza di un forte radicamento dei coreani alla loro tradizione, che si rispecchia anche nel culto della gastronomia (si mangia coreano, non cinese o giapponese), della lingua e della scrittura per le quali vale lo stesso inciso del cibo: non cinese o giapponese, ma coreano.
L’identità nazionale è molto forte in un paese che ha subito molte dominazioni nel corso della storia e che, attualmente, continua a distinguersi anche dalla Corea del Nord nella forma di governo. Ancora poco nota al turismo, questa destinazione riserva forse le sorprese maggiori proprio nell’aspetto “immateriale” del suo patrimonio, fatto di una cultura millenaria con una forte influenza del Confucianesimo a porre i valori di base di un’etica sociale fondata sul rispetto e l’armonia dei rapporti umani. Il patrimonio materiale non è da meno, e bastano i numerosi siti sudcoreani iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità a garantirlo. A questo si aggiunge la grande varietà dei paesaggi e la lussureggiante vegetazione che, non appena si esce dalla capitale Seoul, si esprime nel migliore dei modi tra parchi nazionali e bellissimi campi di tè.
Andrea Desideri e i suoi compagni di viaggio, questa settimana, arriveranno in Corea del Sud. “Ai Confini del Mondo”, in diretta alle 15.30, come ogni martedì, sul nostro sito.
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