Si sono iscritti al servizio civile, poi sono stati selezionati da un’associazione per aiutare i malati di distrofia muscolare. Una storia, sin qui, come tante, se non fosse che i protagonisti sono scappati da conflitti e povertà, hanno attraversato metà Africa, subendo violenze, e sono arrivati nel nostro Paese, nel 2016, dopo il viaggio in mare. Si chiamano Abubakarr Sesay (28 anni) e Sulaiman Fofanah (26 anni). Entrambi hanno un regolare permesso di soggiorno (nello specifico, come richiedenti asilo), sono seguiti dall’Asspi (Associazione per lo sviluppo del sistema di protezione internazionale, ndr) e collaborano con l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) di Bareggio.
“Ho percorso centinaia di chilometri, passando per Guinea, Mali, fino alla Libia dove per 5 anni sono stato sfruttato e spesso anche vittima di violenze” racconta Fofanah al Fatto.it. “È stata un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Adesso sto aiutando un gruppo di disabili e questo mi piace molto, mi aiuta a vedere gli aspetti più importanti della vita: solidarietà e impegno concreto per persone che hanno più bisogno di me”. Esperienza molto simile anche quella vissuta da Sesay: “Sono 7 anni che manco da casa e non ho più notizie di mia moglie e di mia figlia che vivevano in Sierra Leone. Ho chiesto anche alla Croce Rossa di darmi una mano a trovarle. Sono stato prigioniero in un campo di detenzione in Libia gestito da arabi – aggiunge Sesay – dove venivo continuamente picchiato e torturato. Lì ho visto morire anche mio fratello. Ma adesso tutto è diverso, ho trovato delle persone buone con me e che voglio aiutare il più possibile”.
Il loro non è un caso isolato. Il fenomeno degli stranieri che aderiscono al Servizio civile, infatti, è in continuo aumento. A sostenerlo è Immacolata Postiglione, dirigente dell’Ufficio organizzazione e comunicazione del Dipartimento Gioventù e Servizio civile, che spiega al Fatto.it che “da quando la Corte costituzionale ha stabilito con la sentenza n.119 del 2015 l’ammissibilità di persone straniere con regolare permesso di soggiorno ai bandi, sono stati oltre 3mila gli stranieri che hanno svolto attività di Servizio civile in Italia, e sono in forte crescita: 664 nel 2015, 991 nel 2016 e 1.375 l’anno scorso”. In particolare i settori di impiego di questi giovani stranieri, aggiornati a luglio 2018, sono l’assistenza personale (867 casi), l’educazione-promozione culturale e sportiva (330), attività di sostegno per il patrimonio storico-artistico (98), oltre che la riqualificazione urbana e valorizzazione del patrimonio ambientale (23), protezione civile (7) e servizio civile all’estero (19).
Secondo il Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile, l’anno scorso sono stati avviati al Servizio civile 1.375 stranieri su un totale di circa 48mila partecipanti, di cui 364 giovani con cittadinanza di paesi dell’Unione europea e 1.011 extra Ue con permesso di soggiorno.
Andrea Desideri e i suoi compagni di viaggio, per la prima puntata stagionale di “Ai Confini del Mondo”, parleranno di una bellissima storia fra integrazione sociale e servizio civile. Inoltre, verrà posto l’accento sulla legge 104: quando si incappa nella truffa? Tutto questo in diretta alle 15.30, per il primo martedì dopo le vacanze, sul nostro sito.
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