Il 2018 ha visto la nascita del Ministero della Famiglia e delle Disabilità. C’è chi plaude alla sua istituzione e chi la giudica inutile
Uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere e integrare chiunque abbia una disabilità”.
È questa l’apertura del punto 15 del Contratto di Governo tra Lega Nord e Movimento Cinque Stelle.
Governo nuovo, ministero nuovo. Col suo insediamento, il nuovo Governo ha istituito quest’anno il Ministero della Famiglia e delle Disabilità, con a capo Lorenzo Fontana, con il compito di promuovere e garantire i diritti legati ai temi della disabilità, quali l’inclusione sociale, scolastica e lavorativa, l’autonomia, i servizi socio-sanitari e le pari opportunità, contrastando ogni tipo di emarginazione e barriera architettonica, oltre a cooperare con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Fontana senza portafoglio. In Italia sono circa 3 milioni le persone che hanno una limitazione funzionale, alle quali si rivolge il Ministero di Fontana, che è senza portafoglio, cioè non dispone di un bilancio autonomo, ma sul quale il Governo ha stanziato 300 milioni di euro da investire nel triennio 2019-2021 per la gestione dei fondi per il diritto al lavoro delle persone disabili, per le non autosufficienze, per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare.
Pareri discordanti. Le reazioni da parte dei rappresentanti del mondo della disabilità sono state contrastanti. Ottimista Franco Bettoni, presidente della Federazione tra le Associazioni Nazionali con Disabilità (Fand), che attraverso il sito ufficiale ipotizza che sia “un segnale positivo” perché spesso i temi della famiglia e della disabilità “si sovrappongono”. Non è dello stesso pensiero Roberto Speziale, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (Anffas), il quale sul sito della Fand, presuppone che il nome stesso “possa essere categorizzante” ma si augura che crei “un coordinamento interministeriale e con le Regioni”. Anche Andrea Silvestrini, vicepresidente dell’Associazione Nazionale per la promozione e la difesa dei diritti delle persone disabili (Aniep), su La Repubblica si dice “contrario” alla nascita di questo nuovo Ministero poiché “non fa altro che ghettizzare la categoria” e dichiara che così “il Governo sta alzando barriere culturali peggiori di quelle fisiche e architettoniche”. Mentre è più moderato il tono di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) che, su Il Fatto Quotidiano, invita a revisionare la Legge Fornero “considerando le esigenze dei lavoratori con disabilità” ma “senza intaccare i fondi dell’assistenza personale” e sollecita “un aumento del fondo per la non autosufficienza e del fondo Dopo di Noi”.
Articolo di Lucia Romani
[...] a dire senza la possibilità di disporre di un bilancio autonomo, come venne ricordato nel 2018 da Finestraperta.it: all’epoca furono stanziati 300 milioni di euro per il triennio 2019-2021 “per la gestione dei [...]