La settimana scorsa, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha etichettato – a seguito di una ricerca – la carne rossa come alimento cancerogeno. Tale decisione ha provocato eco e rumors in Italia e non solo, tant’è che anche “Felici a Tavola” ne ha parlato. Questa settimana, in redazione, l’attenzione è stata posta su una notizia: la catena di fast food Chipotle, negli Usa, è al centro di una petizione lanciata dai consumatori. I clienti chiedono che venga eliminata la carne di maiale e di manzo dai menù. La petizione, che ha raccolto immediato consenso attraverso il sito change.org, risulterebbe coerente con la politica del Chipotle Mexican Grill in quanto la scorsa primavera la medesima catena decise di eliminare tutti gli ogm (organismi geneticamente modificati) nei 68 ingredienti che utilizza. Decisione presa in merito al recente rapporto dell’Oms che ha decretato probabilmente cancerogeno il Glifosato. L’utilizzo del composto chimico è estremamente diffuso negli Usa dove oltre il 9% dei terreni è coltivato con colture geneticamente modificate.
Sulla base di queste considerazioni, ci siamo posti la domanda: con gli ogm a che punto siamo? I regolamenti cosa prevedono? Sono da vietare oppure no? Abbiamo scoperto che, in Italia, il ministro dell’Agricoltura, d’intesa con i ministri dell’Ambiente e della Salute, ha notificato alla Commissione europea la richiesta per il divieto di coltivazione, su tutto il territorio italiano, degli Ogm autorizzati a livello europeo. La richiesta è stata fatta in base alla nuova direttiva europea che consente agli Stati membri di vietare al proprio interno la coltivazione degli organismi geneticamente modificati. La richiesta italiana è stata inviata il 1° ottobre, due giorni prima della scadenza prevista dalle misure transitorie della direttiva europea. Come risulta dal sito della Commissione europea, prima del nostro paese hanno avanzato la stessa richiesta Austria, Cipro, Croazia, Francia, Galles, Germania, Grecia, Irlanda del Nord, Lettonia, Lituania, Olanda, Polonia, Scozia e Ungheria. Il divieto riguarda otto varietà di mais geneticamente modificato: una già autorizzata, il MON810 di Monsanto, e altre sette in via di autorizzazione. L’attuale procedura di autorizzazione degli OGM, sia per la coltivazione che per l’alimentazione umana e animale, prevede che vi sia una valutazione del rischio da parte dell’Efsa. Se i risultati di questa valutazione sono favorevoli, la Commissione presenta agli Stati membri un progetto di decisione, che richiede una maggioranza qualificata, a favore o contro. Se non c’è una maggioranza qualificata, come sinora non c’è mai stata, la decisione viene rimessa alla Commissione, che rilascia l’autorizzazione.
Va ricordato, però, che il Parlamento europeo ha respinto, con 579 voti contro 106 e cinque astensioni, una proposta di regolamento comunitario che avrebbe permesso ai singoli Stati membri di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti o mangimi OGM già approvati a livello Ue. La proposta dalla Commissione Ue è stata giudicata incompatibile con le norme sul mercato unico europeo e difficile o impossibile da far rispettare, senza reintrodurre controlli alle frontiere nazionali sulle importazioni. La proposta della Commissione Ue ricalcava quella sulla coltivazione degli OGM, che è entrata in vigore a inizio aprile di quest’anno e che consente ai singoli Stati di vietare la coltivazione sul proprio territorio degli OMG approvati a livello europeo. La differenza è che, mentre la coltivazione ha luogo necessariamente sul territorio di uno Stato membro, il commercio di OGM supera le frontiere nazionali.
Insomma, questo e molto altro nella nuova puntata di “Felici a Tavola” che cerca di sbrogliare qualche dubbio fra i divieti e le novità alimentari che, in questo periodo, circolano. L’appuntamento è sempre giovedì alle 11.30. Diretta streaming su www.finestraperta.it, il sito della radio della Uildm Lazio.
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