Quanto spesso trascuriamo i beni primari? L’agricoltura, che tanto ci consegna alle nostre tavole, troppo spesso viene poco sottolineata, lasciata nel limbo dell’oblio e del dimenticatoio. In Italia soprattutto, dove veniamo a conoscenza di inchieste che denunciano la manipolazione genetica dei beni primari coltivati, c’è bisogno di una risposta sana.
La Fattoria Verde risponde all’esigenza di un agricoltura sempre più protagonista nella nostra società che non solo può essere uno strumento didattico per le generazioni future, ma anche un incentivo in termini di inclusione e integrazione sociale per le persone con disabilità.
Durante Il Riso Abbonda del 5 Dicembre abbiamo dato voce a questo lodevole progetto (potete scaricare il Podcast dell’intervista). In più però abbiamo pensato di dedicare uno spazio del nostro Magazine online a questa Onlus: Valentina Pagliai, Presidente dell’Associazione La Fattoria ONLUS e gestore de La Fattoria Verde, racconta come nasce questo progetto e con quali obiettivi.
Che cos’è la Fattoria Verde?
La Fattoria Verde è una fattoria co-terapeutica-formativa-sociale, realizzata nel 2003 dall’Associazione “La Fattoria” ONLUS in collaborazione con il Comune di Roma all’interno della sua Azienda Agricola biologica “Castel di Guido”, nella tenuta di Albucceto (sita in via San Carlo a Palidoro 22, Palidoro – Fiumicino), all’interno della Riserva Naturale del Litorale Romano, allo scopo di dare, attraverso le attività in agricoltura, dignità sociale a persone con esperienze di disabilità, di promuovere il loro benessere psicosociale, contribuire alla loro integrazione sociale. La Fattoria Verde si estende su ca. 3ha. di terreno e ha a disposizione alcuni immobili di proprietà della Regione Lazio, che l’Associazione ha ristrutturato per renderli fruibili ai laboratori dei ragazzi. Negli anni sono stati realizzati: un grande recinto per gli animali da compagnia (2 asinelle, 4 cavalli, 4 capre, 1 pecora, 1 maialino vietnamita, tutti nati o cresciuti nella fattoria e abituati al contatto con le persone); una serie di recinti con specie rare di galline e oche; un frutteto con ca. 100 alberi da frutta; un giardino con “orticelli terapeutici” rialzati con ortaggi ed erbe aromatiche; una piccola serra/semenzaio con annessa una veranda; una stalla utilizzata come deposito per il mangime e le attrezzature per i laboratori di bricolage e le attività invernali al coperto; una cucina-laboratorio di ca. 60 mq per la trasformazione dei prodotti; un’ampia sala multiuso con stufa a legna per l’inverno e salotto; un forno a legna nell’aia; servizi igienici per disabili. L’idea della Fattoria Verde è basata sulle esperienze pluriennali delle circa 1.000 fattorie terapeutiche esistenti in Olanda e in altri paesi nord europei dove è stato verificato che le varie pratiche in agricoltura, secondo le stagioni e le colture, ed in particolar modo il contatto con gli animali, consentono la valorizzazione di specifiche capacità.
Quali sono le tipologie di laboratorio che il vostro Centro Agricolo propone?
La Fattoria Verde offre un servizio di carattere socio-riabilitativo che prevede l’arricchimento ed il rafforzamento delle capacità delle persone con disabilità medio-medio/grave (autismo, sindrome di down, ritardo cognitivo), attraverso laboratori mirati, svolti in ambito agricolo e connessi, sotto la supervisione di uno psicologo e di personale specializzato. Ha, inoltre, l’intento di attuare un intervento innovativo di inclusione sociale delle persone con diversi tipi di disagio cognitivo, basato sull’abilitazione, lo sviluppo delle capacità e l’accompagnamento all’autonomia di vita, da realizzarsi attraverso i percorsi terapeutici in fattoria. Il centro propone: sessioni di ortoterapia (attività accompagnata di coltivazione di ortaggi, erbe aromatiche e frutti); sessioni di accudimento animali (osservare, capire e soddisfare le esigenze degli animali della fattoria come galline, oche, asine,cavalli, capre, maiale, coniglietti, cani e gatti); attività guidata in cucina e trasformazione prodotti (pasta all’uovo, pasticceria semplice, marmellate, pane e pizza, ecc) e attività di preparazione alla vendita e vendita prodotti (merceologia, confezionamento ed etichettatura); attività di manutenzione degli spazi verdi, delle strutture e dei ricoveri degli animali. Per il percorso terapeutico l’intento è di sviluppare soprattutto delle abilità che saranno utili alla gestione della vita quotidiana. Da Marzo 2013 condividiamo la struttura e collaboriamo con il Circolo Ippico Rainbow, che ha importato dall’Olanda una particolare carrozza, la Horse bed riding,unica in Italia, sviluppata per far cavalcare persone con disabilità grave. Attraverso questa carrozza, nella quale la persona è sdraiata su di un’amaca che sfiora la schiena dei cavali, si riceve un massaggio terapeutico dovuto al movimento del cavallo stesso e al calore. Per informazioni visitare il sito www.circolorainbow.it.
Come mai è stato scelto l’ambiente agricolo per promuovere temi di inclusione sociale?
La produzione agricola è soprattutto uno strumento per le finalità sociali del centro, in quanto il partecipante vede nel prodotto finale il risultato concreto del proprio impegno da condividere con i familiari, i compagni e gli amici. Vengono quindi attuati interventi integrati, finalizzati all’uso multifunzionale dell’agricoltura come produzione di beni, di servizi alla persona, di sostegno alle fasce più fragili, di supporto alle famiglie, di reale integrazione anche lavorativo e di stimolo culturale. L’ambito agricolo ci offre la possibilità di far vivere ai partecipanti delle attività che diano un riscontro concreto e facilmente verificabile (dal seme cresce la pianta); la terra, inoltre, non discrimina, alla terra e agli animali non importa che tu abbia una disabilità, purché ci si prenda cura di loro. In un contesto del genere, le persone con disabilità, solitamente abituate a ricevere cure, ne danno ad altri ed hanno la possibilità di vivere al ritmo della natura, senza nessuna ansia o fretta.
Molto spesso la società odierna descrive il disabile come una persona non utile al mondo del lavoro, tanto che molte aziende decidono di pagare delle multe salate piuttosto che assumere delle persone in particolari condizioni. La Fattoria Verde vuole essere una risposta contraria a questa situazione, purtroppo, diffusa?
Noi proponiamo percorsi occupazionali e formativi, non inserimenti lavorativi, perché lavoriamo con disabilità gravi. Il nostro scopo, però, e quello di far acquisire competenze ai ragazzi con disabilità, creare delle condizioni in cui il loro disagio, sia meno opprimente. Non tutti riusciranno a raggiungere un grado di autonomia tale da permettere loro un inserimento nel mondo del lavoro. Nonostante questo crediamo che ognuno di loro possa contribuire ad arricchire il nostro progetto, dando quello che può, rendendosi utile e scoprendo che anche loro sono in grado di svolgere dei lavori.
La particolarità del vostro progetto non è solo nella missione di integrazione socio-lavorativa per le persone con disabilità, ma sottolinea anche l’aspetto del rapporto con ciò che ci circonda, in particolare con la natura e con l’ambiente. In qualche modo, la Fattoria Verde vuole lanciare un messaggio forte anche in difesa degli spazi verdi ed agricoli?
Crediamo che l’agricoltura giochi un ruolo fondamentale nella società, poiché fornitrice di beni primari. Troppo spesso si trascura l’importanza che ricopre il cibo nella nostra vita. Crediamo sia fondamentale mettere la giusta cura nella scelta di ciò che mangiamo e nella scelta degli spazi in cui viviamo. Da noi si fa un’agricoltura naturale, gli animali vivono all’aperto e non vengono uccisi, si tutela la biodiversità, allevando specie avicole in via d’estinzione, si lascia fare alla natura. Crediamo nell’importanza delle piccole cose, negli antichi saperi, nel riscoprire la bellezza nel farsi le cose da se. Proponiamo, per questo motivo, corsi per adulti (non rivolti ai disabili) di autoproduzione, di cucina naturale, di erboristeria, di agricoltura naturale e molto altro ancora, nella speranza di sensibilizzare più persone al rispetto del territorio e al rispetto di se stessi. Proteggere il territorio non è altro che un atto d’amore verso noi stessi. Se si lavora nel sociale, allo scopo di creare luoghi in cui vivere un benessere psico-fisico, di certo non si può trascurare la natura, prima grande terapista della storia.
La Fattoria Verde è anche in contatto diretto con alcune scuole del territorio, permettendo a molti bambini e ragazzi di entrare in una vera realtà agricola. Quant’è importante la sensibilizzazione attraverso le nuove generazione e quanto può incidere un tipo di lezione come questa, fuori dalle solite quattro mura scolastiche?
È nostra assoluta responsabilità educare le giovani generazioni alla bellezza e al rispetto dell’altro, in netto contrasto con la società attuale che tende a spingere ad un forte individualismo. È importante nei bambini stimolare un grado di consapevolezza maggiore, affinché diventino adulti in grado di scegliere. La Fattoria Verde è, per questo motivo, anche fattoria didattica. Proponiamo percorsi per le scuole per far avvicinare i bambini alla campagna e al suo ecosistema: osservano gli animali e le piante e si rendono conto che entrambi non sono esseri da sfruttare miseramente, ma ricchezze con le quali è possibile convivere in equilibro. I laboratori che proponiamo vedono l’uso del gioco come strumento educativo: i bambini imparano facendo (pasta all’uovo, biscotti, pani, coltivazione, accadimento degli animali e tanto ancora), solo così la conoscenza sarà autentica e forse avremo la speranza che diventeranno adulti in grado di “sporcarsi le mani”.
Fin ad oggi la Fattoria Verde quanto può ritenersi soddisfatta del percorso fin qui fatto?
Direi molto, dieci anni si soddisfazioni, sorrisi, obiettivi raggiunti, ma anche di tante lotte. Come dicevo all’inizio dell’intervista, lavoriamo su terreni ed immobili pubblici, di proprietà della Regione Lazio, e questo ha creato non pochi problemi. Da tempo siamo in una situazione che mette a rischio le nostre attività in quanto noi ci troviamo su terreni ex Pio Istituto Santo Spirito, donati alla Regione Lazio circa 30 anni fa dal Vaticano, la quale Regione diede in gestione al Comune di Roma; il Comune li affidò a noi circa 10 anni fa con una convenzione di durata quinquennale automaticamente rinnovabile per altri 5 anni.
Tale convenzione venne disdetta nel 2007 senza motivo, ma non venne dato mai seguito a tale azione. Da allora chiediamo al Comune di riottenere un titolo duraturo sull’area, ma quest’ultimo continua a sostenere che non è autorizzato a regolarizzare la nostra situazione. A ottobre 2012 si è limitato a darci un comodato d’uso scaduto a giugno 2013. Da anni, quindi, facciamo richiesta di assegnazione dell’area sia al Comune di Roma, sia in Regione, da anni chiediamo di poter stipulare un contratto di affitto, se agricolo meglio, che possa garantire la continuità delle nostre attività terapeutiche, che possa darci la possibilità di accedere a fondi europei destinati alle imprese agricole. Senza contratto di affitto non possiamo fare tutto questo. A tutto questo ora si è aggiunto il pericolo di messa in vendita da parte della Regione Lazio, della Tenuta di Albucceto (dove sorge la Fattoria Verde) e di Castel di Guido. Siamo molto preoccupati, vorremmo sapere le intenzione della Regione. Dato che il nostro progetto, da 10 anni, incontra enormi difficoltà a svilupparsi a Palidoro, ci chiedo se fosse possibile per la Regione segnalarci altre tenute pubbliche in disuso da poterci destinare per portare finalmente a compimento il nostro amato progetto. Alla Fattoria sono legati anche i destini dei nostri ragazzi e delle famiglie che ci sostengono da anni e cercano di costruire insieme a noi una possibilità di futuro per chi quotidianamente lotta per l’affermazione di diritti elementari e ha trovato nelle attività svolte presso di noi uno stimolo e la scoperta di abilità che in altri contesti non sono realizzabili Abbiamo davvero bisogno che la situazione si regolarizzi dopo 7 anni di precarietà e negligenza da parte delle istituzioni
E per il futuro ci sono delle novità?
Lo speriamo. Speriamo ci venga assegnato questo luogo, per garantire un futuro ai nostri ragazzi e a tutti quelli che seguono ad oggi il progetto, praticamente a titolo gratuito.
Dove possiamo venire a conoscenza di questo progetto?
Venendoci a trovare in Via S. Carlo a Palidoro, 22-00054 Palidoro (Fiumicino) a 25 Km da Roma, oppure attraverso il nostro sito internet www.lafattoriaverde.org e le nostre pagine facebook lafattoriaverde e la fattoriaverdeonlus, oppure mandando una mail a lafattoriaverde@gmail.com. È possibile sostenere La Fattoria Verde donando il proprio 5×1000 ad Associazione La Fattoria ONLUS, Codice fiscale 97280050580.