La Dislessia è un disturbo particolare. In Italia non è definita propriamente una forma di disabilità, ma viene classificata nell’insieme dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Per non saper né leggere e né scrivere, una persona affetta da dislessia manifesta particolari difficoltà a leggere correttamente e velocemente ad alta voce, non elaborando e non comprendendo immediatamente quanto legge. Ci sono diverse forme di DSA, come ad esempio la dislalia, che portano molti ragazzi ad avere problemi nello studio scolastico. Le figure dell’insegnante di sostegno a volte non sono sufficienti, visto che ancora oggi molte scuole non adottano questa tipologia di aiuto.
Riferendoci ad una ricerca Istat del 16 Dicembre 2013, con riferimento al periodo scolastico 2012/2013, si può leggere che il “ritardo mentale, i disturbi del linguaggio, dell’apprendimento, e dell’attenzione rappresentano i problemi più frequenti negli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici considerati [scuola primaria e secondaria, n.d.a.]“. Dati alla mano, notiamo che quanto affermato precedentemente trova un suo fondo di verità. In particolare, nella scuola primaria, il problema riguardo i disturbi per l’attenzione, del linguaggio e dell’apprendimento è rispettivamente del 24,5%, 24,3% e 19,6%, mentre “nella scuola secondaria di primo grado, dopo i disturbi mentali, i problemi più frequenti sono legati ai disturbi dell’apprendimento, a quelli dell’attenzione [...] che colpiscono, rispettivamente, il 24,9%, il 21,5% [...] degli alunni con disabilità“.
In sintesi, bisogna fare qualcosa. Anche se una persona dislessica è notoriamente definita più creativa della media, per un adolescente può essere un’arma a doppio taglio. Sbagliare le parole e invertire le lettere suscita sicuramente ilarità, ma agli occhi di un ragazzo con DSA risulta un sintomo di esclusione, prima di tutto sociale.
Per portare alla luce questo tema, il designer olandese Christian Boer ha creato Dyslexie, un font particolare che rende facile e leggera la lettura per i dislessici. Come funziona? Il font utilizza linee pesanti e marcate, posizionando le lettere ad altezze diverse ed inclinazioni corsive, in modo da assegnare ad ogni lettera una forma unica, così da renderla facilmente memorizzabile. Di conseguenza la lettura risulterà agevole, veloce, comoda e semplice.
E’ lo stesso creatore di Dyslexie, affetto anche lui da Dislessia, a spiegare la funzionalità di questo font, paragonato a quelli che usiamo quotidianamente: ”I caratteri tradizionali sono progettati esclusivamente con un criterio estetico“ – aggerma l’olandese - “il che significa che spesso hanno tratti che li rendono difficili da riconoscere per le persone dislessiche. Spesso per i dislessici le lettere di una parola sono confuse, si girano su se stesse e si mescolano perché sono troppo simili“.
La conferma dell’utilità tecnica di questa nuova tecnologia è arrivata da due fronti: studi condotti dalle Università di Twente e Amsterdam hanno sottolineato come il font di Boer abbia migliorato di molto la lettura di ragazzi e adulti affetti da Dislessia; inoltre, il pacchetto “Dyslexie” (scaricabile gratuitamente dal sito) ha ricevuto un vasto consenso popolare, visto che è stato scaricato da più di 12 mila persone.
Negli ultimi anni Dyslexie non è stato l’unica invenzione a potenziare le peculiarità tecnico-linguistiche delle persone affette da DSA. E’ vero però che, ancora una volta, la tecnologia può essere sinonimo di inclusione sociale.